Analisi shock trova nel corpo decine di sostanze pericolose migrate dagli imballaggi (e l’UE rivede le norme)

Rilevate tra le 18 e le 23 sostanze chimiche pericolose nel corpo, derivanti dall'uso di imballaggi alimentari

La Commissione europea ha avviato un processo per aggiornare le leggi dell’UE che regolano le sostanze chimiche nei materiali a contatto con gli alimenti (MOCA). Come denunciato da alcuni attivisti, infatti, il quadro normativo europeo fino a oggi non ha tutelato abbastanza i consumatori sotto questo aspetto, perché quasi tutto quello che mangiamo viene in contatto con questi materiali. E alcuni di loro sono molto pericolosi per la salute umana. Basti pensare all’annosa questione del bisfenolo A nei cartoni della pizza  o degli ftalati nei contenitori di plastica usa e getta.

A confermare la gravità della situazione sono stati i risultati delle analisi condotte su 52 persone provenienti da diversi paesi europei, che hanno rilevato tra le 18 e le 23 sostanze chimiche pericolose nel corpo, tutte derivanti dall’uso di imballaggi alimentari usa e getta, in particolare plastica. In particolare, tramite l’esame delle urine sono stati ricercati 17 ftalati e 11 bisfenoli (tra cui il ben noto BPA).  Il progetto si chiama “Plastics in the Spotlight“.

Secondo i risultati dello studio, diffuso dall’associazione ambientalista Zero, le variazioni tra i paesi (Belgio, Bulgaria, Lettonia, Slovenia, Spagna, Portogallo) non erano significative, il che indica che quotidianamente il contatto con queste sostanze avviene in tutta Europa, essendo trasversale alla geografia, professione ed età, tra le altre variabili, si legge in un comunicato.

Le analisi si sono concentrate sulla valutazione della presenza di sostanze chimiche che possono essere trovate negli imballaggi alimentari usa e getta, come ftalati e bisfenoli, associati da studi scientifici a malattie come il cancro o malattie cardiovascolari, oltre ad avere un impatto negativo anche sul sistema riproduttivo e immunitario, come sottolinea l’associazione.

“Questi risultati sono un’ulteriore prova di come gli imballaggi ei prodotti che consumiamo e utilizziamo quotidianamente introducano sostanze chimiche estranee nel nostro corpo, che la scienza ha dimostrato essere potenziali rischi per la nostra salute e l’ambiente. È urgente ridurre l’uso di opzioni usa e getta e di fare affidamento su materiali circolari e sicuri “, avverte Susana Fonseca, a capo dell’organizzazione.

Nel marzo di quest’anno, un folto gruppo di rinomati scienziati ha rilasciato una “Dichiarazione di consenso” che metteva in guardia sulle migliaia di sostanze chimiche utilizzate negli imballaggi alimentari e altri materiali per il contatto con gli alimenti. Questo documento sottolineava che, data la capacità di molte di queste sostanze chimiche (molte delle quali pericolose) di migrare dagli imballaggi e da altri materiali al cibo, il loro uso continuato dovrebbe essere inteso come un rischio per la salute umana.

In seguito a questo documento, più di 230 ONG di tutto il mondo (incluso ZERO), hanno firmato un documento esprimendo la loro preoccupazione per questa situazione e invitando i responsabili politici a intraprendere un’azione urgente.

Sempre all’inizio di quest’anno, la Commissione Europea si è impegnata a proporre una revisione della normativa sui materiali a contatto con gli alimenti entro la fine del 2022.

Questo processo è stato avviato con la pubblicazione di una Valutazione d’impatto iniziale (IIA) per la consultazione pubblica. Secondo il documento, come riporta Foodnavigator, l’obiettivo è “modernizzare” le leggi comunitarie sulla sicurezza alimentare per garantire un “alto livello” di protezione della salute pubblica; ridurre la presenza e l’uso di sostanze chimiche pericolose; sostenere l’innovazione e la sostenibilità attraverso soluzioni riutilizzabili e riciclabili; e tenere conto delle “più recenti scienze e tecnologie”.

Per consultare lo studio clicca qui 

Fonte: Zero, FoodNavigator, European Commission

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