Cannabis: scoperto nuovo effetto benefico per le cellule cerebrali che potrebbe aiutare a curare l’Alzheimer

Una nuova ricerca ha individuato come e perché il CBN della cannabis è in grado di proteggere le cellule dall'invecchiamento

Una nuova ricerca ha individuato come e perché il CBN della cannabis è in grado di proteggere le cellule dall’invecchiamento

Il cannabinolo, un ingrediente attivo della cannabis, può aiutare a proteggere le cellule cerebrali dal danno ossidativo e preservare la funzione mitocondriale.

Decenni di ricerca sulla cannabis medica si sono concentrati sui composti THC e CBD nelle applicazioni cliniche. Ma poco si sa sulle proprietà terapeutiche del cannabinolo (CBN). Ora, un nuovo studio mostra come il CBN può proteggere le cellule nervose dal danno ossidativo, un importante percorso verso la morte cellulare.

I risultati suggeriscono che questo ha il potenziale per il trattamento di malattie neurodegenerative legate all’età, come l’Alzheimer. Il cannabinolo protegge i neuroni dallo stress ossidativo e dalla morte cellulare, due dei principali fattori che contribuiscono allo sviluppo dell’Alzheimer. Questa scoperta potrebbe un giorno portare allo sviluppo di nuove terapie per il trattamento di questa malattia e di altri disturbi neurodegenerativi, come il morbo di Parkinson.

Derivato dalla pianta di cannabis, il CBN è molecolarmente simile al THC, ma non è psicoattivo. Precedenti ricerche avevano scoperto che il CBN aveva proprietà neuroprotettive, ma non era chiaro come funzionasse. Ora, questo nuovo studio spiega il meccanismo attraverso il quale protegge le cellule cerebrali da danni e morte.

Lo studio

Il team ha esaminato il processo di ossitosi, chiamato anche ferroptosi, che si pensa avvenga nel cervello che invecchia. Prove crescenti suggeriscono che l’ossitosi potrebbe essere una causa del morbo di Alzheimer e può essere innescata dalla graduale perdita di un antiossidante chiamato glutatione, che causa danni alle cellule neurali e morte per ossidazione dei lipidi. Nello studio, gli scienziati hanno trattato le cellule nervose con CBN e quindi hanno introdotto un agente per stimolare il danno ossidativo.

Hanno inoltre scoperto che il CBN funzionava proteggendo i mitocondri, le centrali elettriche della cellula, all’interno dei neuroni. Nelle cellule danneggiate, l’ossidazione ha causato l’arricciamento dei mitocondri come ciambelle, un cambiamento che è stato osservato anche nelle cellule invecchiate prelevate dal cervello delle persone con malattia di Alzheimer. Il trattamento delle cellule con CBN ha impedito ai mitocondri di accartocciarsi, e ha mantenuto il loro buon funzionamento.

Cervello effetto cannabis

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Per confermare l’interazione tra CBN e mitocondri, i ricercatori hanno quindi replicato l’esperimento nelle cellule nervose a cui erano stati rimossi i mitocondri. In queste cellule, il CBN non ha più dimostrato il suo effetto protettivo. In un’altra scoperta chiave, i ricercatori hanno dimostrato che il CBN non ha attivato i recettori dei cannabinoidi, necessari ai cannabinoidi per produrre una risposta psicoattiva. 

Il CBN non è una sostanza controllata come il THC, il composto psicotropo della cannabis, e le prove hanno dimostrato che è sicuro per gli uomini; poiché funziona indipendentemente dai recettori dei cannabinoidi, potrebbe anche funzionare in un’ampia varietà di cellule con un ampio potenziale terapeutico.

Oltre all’Alzheimer, i risultati hanno implicazioni per altre malattie neurodegenerative, come il Parkinson, anch’esso collegato alla perdita di glutatione. La disfunzione mitocondriale è implicata in cambiamenti in vari tessuti, non solo nel cervello e nell’invecchiamento, quindi il fatto che questo composto sia in grado di mantenere la funzione mitocondriale suggerisce che potrebbe avere più benefici. Sono necessari ulteriori studi e ricerche sul CBN e altri cannabinoidi meno studiati. 

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Fonte: ScienceDirect

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