Plastica, incide anche sullo sviluppo dei genitali maschili

Le sostanze chimiche contenute negli oggetti in plastica di uso quotidiano interagiscono anche con lo sviluppo dei genitali maschili.

La plastica mette a rischio anche i genitali maschili. Le sostanze chimiche contenute negli oggetti di uso quotidiano, dai detergenti per la casa alle confezioni degli alimenti, possono danneggiare le parti intime di un uomo, creare problemi di dimensioni e far nascere le nuove generazioni già con importanti difetti genitali.

A lanciare l’allarme sono due ricercatori australiani, Andrew Pask e Mark Green, dell’Università di Melbourne, che hanno rivelato i rischi che la plastica potrebbe comportare sulla salute degli uomini a causa delle sostanze chimiche presenti in questo materiale.

E così, se già tempo fa fu chiaro da una ricerca che le dimensioni del pene, ahinoi, risentono dell’inquinamento, anche la plastica in sé, secondo gli esperti, avrebbe come uno dei principali effetti negativi proprio la riduzione dei genitali maschili.

E non solo: ftalati, BPA, atrazina (un erbicida) e parabeni (usati in dentifrici e prodotti di bellezza) sono anche la causa di un aumento del numero di bambini maschi che nascono con difetti genitali.

I ricercatori hanno basato le loro scoperte su alcune osservazioni e sull’analisi di dati umani che mostrano che i tassi di ipospadia (una patologia per cui il canale uretrale è più corto rispetto al normale e la sua apertura non risiede nella punta del pene) sono aumentati due volte in Australia.

L’esposizione a queste sostanze chimiche è il problema riproduttivo numero uno per gli uomini”, afferma Andrew Pask.

Pask e Green non sono stati i primi ricercatori a trovare correlazioni tra abuso di plastica e problemi di salute degli uomini. Nel 2014 uno studio condotto dall’Università svedese di Karlstad mostrò gli effetti degli ftalati sui giovani maschi e un significativo accorciamento della distanza tra ano e pene: i neonati esposti a ftalati già nel periodo prenatale sono nati con peni più piccoli e spazi anogenitali inferiori.

Così come nel 2015 un piccolo studio francese scoprì un legame non poco rilevante tra l’esposizione a sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino durante la gravidanza e l’ipospadia.

Insomma è chiaro che, se c’era ancora bisogno di confermarlo, le materie plastiche possono rilasciare sostanze chimiche che possono interferire anche con gli ormoni sessuali umani. L’esposizione ad esse può causare problemi riproduttivi che si ripeteranno e si aggraveranno di generazione in generazione. Quanto male ci stiamo facendo?

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Germana Carillo

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