Mycoplasma genitalium: fa paura il nuovo super batterio resistente ai farmaci che provoca infertilità

Preoccupa un piccolo batterio piccolo che rischia di diventare il nuovo super batterio resistente ai farmaci.

Mycoplasma genitalium, ovvero un batterio piccolo piccolo che rischia di essere il nuovo super batterio resistente ai farmaci. Ad avvisare è l’Associazione britannica per la salute sessuale e l’Hiv, che ha pubblicato delle linee guida su come individuare e trattare nel miglior modo possibile questo batterio e come curarlo al meglio.

Si tratta di un tipo di batterio che può provocare problemi di disfunzione sessuale, infertilità e malattie a trasmissione sessuale, come la clamidia, la gonorrea, la sifilide e la tricomoniasi. Si trasmette dunque tramite rapporti sessuali, ma anche solo tramite sfregamento.

Negli uomini, il Mycoplasma (MG o Mgen) può causare infiammazione dell’uretra, che porta a forte bruciore durante la minzione, mentre nelle donne il batterio è collegato a un’infiammazione della cervice e alla malattia infiammatoria pelvica, un’infezione degli organi riproduttivi femminili che può portare a dolore nel basso addome e dolore o sanguinamento durante un rapporto. Nei casi più gravi, la malattia infiammatoria pelvica può portare alla sterilità.

Spesso la colonizzazione del Mycoplasma è asintomatica, ma può capitare si manifesti con una importante morbilità sia negli uomini che nelle donne.

Gli scienziati conoscono questo batterio dagli anni ‘80, ma ora paventano il rischio che possa trasformarsi entro dieci anni in un super batterio, perché ha dimostrato particolare resistenza alle terapie antibiotiche.

È per questo che i ricercatori della British Association for Sexual Health and HIV (BASHH) hanno pubblicato le nuove linee guida per la prevenzione e il trattamento di questa infezione, che ad oggi colpisce 1 persona su 100 e che per ora si può curare con gli antibiotici della classe dei macrolidi.

In particolare Paddy Hormer, co-autore delle linee guida, raccomanda di fare un test specifico per il mycoplasma genitalium, in modo da individuarlo in maniera corretta, e accertarsi poi che il trattamento abbia prodotto la cura dell’infezione:

MG è trattato con antibiotici, ma poiché fino a poco tempo fa non esisteva alcun test disponibile in commercio, è stato spesso diagnosticato erroneamente come Clamidia e trattato come tale. Questo non sta curando l’infezione e sta causando resistenza antimicrobica nei pazienti con Mycoplasma Genitalium. Se le pratiche non cambiano e i test non vengono utilizzati, MG ha il potenziale per diventare un superbatterio entro un decennio, resistente agli antibiotici standard. La più grande conseguenza di questo è per le donne che presentano con PID causate da MG, che sarebbe molto difficile da trattare, aumentando il rischio di infertilità “.

“Queste nuove linee guida sono state formulate perché non possiamo permetterci di continuare a trattare i pazienti come in passato. Questo potrebbe portare a un’emergenza sanitaria pubblica. Le nostre linee guida raccomandano che i pazienti con sintomi siano correttamente diagnosticati usando un accurato test di MG, trattati correttamente e poi controllati per assicurarsi che siano guariti. Le risorse sono urgentemente necessarie per garantire che i test di resistenza diagnostica e antimicrobica (AMR) siano disponibili per le donne con la condizione ad alto rischio di infertilità. Chiediamo direttamente al governo di mettere a disposizione questi fondi per prevenire un’emergenza sanitaria pubblica in attesa che si verifichi e che sta già andando fuori controllo “. spiega Paddy Horner.

Il rischio di contagio avviene attraverso un rapporto sessuale non protetto: va da sé, dunque, che l’uso del preservativo è la migliore prevenzione. I sintomi del MG non sempre si manifestano e per questo l’infezione è difficile da individuare.

Anche in questo caso, quindi, la prevenzione, e in questo caso l’utilizzo del preservativo, può rivelarsi la strategia vincente per evitare che anche questo tipo di batterio divenga sempre più insensibile agli antibiotici che attualmente si utilizzano.

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Germana Carillo

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