I microbi dell’intestino la chiave per invertire l’invecchiamento cerebrale e riportare indietro l’orologio biologico?

I microbi presenti nel nostro intestino giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo cerebrale, ma anche nel suo decadimento

Così il microbioma intestinale potrebbe invertire il processo di invecchiamento del cervello secondo questa nuova ricerca internazionale

In tutto il mondo la popolazione anziana (di età superiore ai 65 anni) si accinge ad aumentare sempre più, raggiungendo livelli senza precedenti entro il 2050. Quello dell’invecchiamento è diventato quindi un problema di portata mondiale, e una delle sfide del nostro tempo è rappresentata dallo sviluppo di strategie per mantenere in salute la popolazione anziana – soprattutto per quanto riguarda i problemi cognitivi associati all’invecchiamento del cervello. Già un nutrito gruppo di studi ha permesso di capire che il cervello anziano è più malleabile e plastico di quello che prima si credeva, ma questo non basta a preservarne la buona salute.

I ricercatori del APC Microbiome Ireland (APC) hanno messo a punto un nuovo approccio per provare a ‘invertire la tendenza’ e bloccare (o quantomeno rallentare) il deterioramento cerebrale, preservando le funzioni cognitive – grazie al microbioma presente nell’intestino.

Il microbioma intestinale svolge numerose funzioni all’interno del nostro corpo: controlla il buon funzionamento del nostro sistema immunitario, interviene nei processi metabolici (condiziona l’insorgenza di obesità e altre malattie del metabolismo), ma impatta anche la salute e le funzionalità del nostro cervello in due fasi della vita – nell’infanzia e nella vecchiaia: quando siamo piccoli, infatti, i microbi intestinali condizionano la nostra capacità di apprendimento e lo sviluppo delle nostre facoltà cognitive, gettando le basi per la salute del nostro cervello quando saremo grandi; da anziani, invece, il microbioma più aiutarci a contrastare il decadimento cerebrale.

Ma come questo è possibile? Dalle prime sperimentazioni condotte, è emerso che il trapianto di microbioma fecale da persone più giovani in persone più anziane è in grado di attenuare le menomazioni cognitive e di invertire la tendenza all’invecchiamento cerebrale.

(Leggi anche: Qual è il segreto per vivere fino a cent’anni? La risposta potrebbe essere nell’intestino)

Questi primi, interessantissimi risultati dimostrano che dalla salute del nostro intestino (fatta di scelte che si compiono soprattutto a tavola, con una dieta equilibrata e un corretto apporto di nutrienti) migliora anche quella del nostro cervello. Anche se è ancora presto per applicare questa nuova tecnologia a delle cure contro i danni dovuti all’età, lo studio apre possibilità nel futuro per gestire e modulare il microbioma intestinale come obiettivo terapeutico per influenzare la salute del cervello.

Sarebbe quindi importante promuovere ancor di più regimi alimentari sani ed equilibrati per tutelare la salute del cervello. Addirittura, si potrebbero immaginare cibi pensati apposta per mantenere attivo il cervello degli anziani o per lo sviluppo cognitivo dei bambini e dei ragazzi.

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Fonte: Nature / APC

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