Integratori, quando servono davvero e gli errori da non fare

Sempre più italiani consumano integratori alimentari e il mercato è in costante crescita: ma gli integratori servono davvero? E quando?

Il caso sugli integratori a base di curcuma fa riflettere sull’importanza di un uso consapevole degli integratori alimentari, che possono avere benefici notevoli sulla salute ma presentare anche dei rischi.
Secondo recenti indagini, 32 milioni di italiani ricorrono agli integratori e quasi il 18% lo fa affidandosi al passaparola o a consigli letti su riviste o sul web.

Integratori: servono davvero?

Gli italiani ricorrono sempre di più agli integratori alimentari per mantenersi in salute o per trattare piccoli disturbi.
Secondo una recente indagine del Censis presentata pochi giorni fa alla ventesima convention Federsalus, in Italia ben 32 milioni di persone assumono integratori alimentari per garantirsi benessere e buona salute.
Il mercato degli integratori è in costante crescita e solo nel 2018 è aumentato del 126%, muovendo oltre tre miliardi di euro.

A preferire gli integratori sono soprattutto le donne e, fortunatamente, la maggior parte di loro segue il consiglio del medico o del farmacista. Resta però una buona fetta di consumatori, pari al 17,6%,  che acquista integratori dietro suggerimento di amici e familiari o dopo aver letto un articolo su qualche rivista o sul web.

Il caso della curcuma dovrebbe però far riflettere sui possibili rischi legati al fai da te. Gli integratori alimentari, infatti, sono prodotti che si collocano a metà tra l’alimento e il farmaco e – sebbene non possano vantare proprietà terapeutiche e rientrare nella definizione di medicinale – hanno un’azione fisiologica e, di conseguenza, possono presentare interazioni ed effetti collaterali.
È dunque necessario un utilizzo consapevole di questi prodotti per la salute e per il benessere.

Affidarsi al fai da te potrebbe significare ad esempio assumere integratori che in realtà non servono, come spesso avviene per le vitamine e i minerali. Nel caso di questi micronutrienti è sempre preferibile fare ricorso alla dieta: un’alimentazione equilibrata e varia, ricca di vegetali, fornisce all’organismo vitamine, minerali e preziose sostanze antiossidanti che ci mantengono giovani e in salute più a lungo.

A volte il ricorso agli integratori diventa un alibi per poter mantenere le nostre cattive abitudini: si spera che assumendo sostanze antiossidanti si possano arginare i danni del fumo, o che un multivitaminico sia in grado sopperire alle carenze di una dieta squilibrata, o ancora che facendo ricorso a un integratore bruciagrassi si possa eccedere con le calorie a tavola.
Ovviamente non è così: uno stile di vita sano, un’alimentazione equilibrata e una costante attività fisica sono le migliori armi per mantenersi in salute.

Il fai da te potrebbe portare anche a consumare integratori contenenti micronutrienti o principi attivi vegetali in quantità inferiori o superiori a quanto necessario o, ancora, a non considerare gli effetti collaterali o le possibili interazioni con farmaci o altri integratori che si stanno assumendo.
Infine, in caso di alcune patologie, determinati principi attivi presenti nelle piante sono controindicati.

Quando assumere integratori alimentari

Per quanto riguarda vitamine e minerali, questi andrebbero integrate solo in caso di carenza accertata o quando un possibile deficit potrebbe avere ripercussioni gravi sulla salute: è il caso della vitamina B12 da assumere quando si segue una dieta vegana, oppure dell’acido folico in gravidanza, per prevenire malformazioni nel feto.

Diverso è il discorso per gli integratori alimentari a base di piante, che includono erbe per tisane, tinture madri, estratti acquosi o secchi.
Gli integratori a base di piante dovrebbero essere utilizzati per mantenere un buono stato di salute e per trattare disturbi di lieve entità in cui la natura può essere di grande aiuto per ristabilire il naturale equilibrio dell’organismo.

Gli integratori alimentari che contengono estratti naturali sono inoltre molto utili associati a terapie mediche, poiché in alcuni casi consentono di ridurre il dosaggio dei farmaci e, di conseguenza, gli eventuali effetti collaterali delle terapie.

Molto importante è però la scelta dell’integratore: tra un integratore che contiene un principio attivo isolato da una pianta – come ad esempio la curcumina estratta dalla curcuma – e un integratore che contiene invece il fitocomplesso, è preferibile optare per la seconda opzione.

Ricorrere a integratori che contengono principi attivi isolati non è molto diverso dall’assumere un farmaco. Il fitocomplesso che si trova invece nelle tisane, nelle tinture madri, negli estratti e negli integratori preparati con parti intere del vegetale contiene tutti i composti della pianta. Tali composti lavorano in sinergia tra loro dando un effetto forse più blando ma con meno effetti collaterali e più in armonia con i processi fisiologici.

Prima di acquistare un integratore è sempre consigliabile rivolgersi a medici e farmacisti specializzati in fitoterapia o a un erborista in possesso di titoli adeguati.

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Tatiana Maselli

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