Una dieta ricca di tè, mele e frutti di bosco abbassa la pressione: tutto merito dei flavanoli

I flavanoli abbassano la pressione e quindi una dieta ricca di queste molecole è un toccasana per il nostro sistema cardiocircolatorio

I flavanoli abbassano la pressione e quindi una dieta ricca di queste molecole è un toccasana per il nostro sistema cardiocircolatorio. I risultati dello studio, presso l’University of Readings (Regno Unito), confermano l’importanza di assumere cibi come mele e frutti di bosco, ma anche tè e cacao, per combattere l’ipertensione.

Lo studio è stato condotto analizzando la dieta di oltre 25.000 persone a Norfolk, nel Regno Unito, e confrontandola con l’andamento della loro pressione sanguigna. A differenza di ricerche analoghe, però, in questo lavoro non si sono raccolte informazioni sulla base di dichiarazioni fornite dai volontari ma sono state effettuate misurazioni obiettive del livello di flavanoli tramite biomarcatori nutrizionali presenti nel sangue.

Con risultati sorprendenti: chi assumeva il 10% in meno di flavanoli manifestava una pressione sanguigna tra 2 e 4 mmHg più bassa e l’effetto è apparso più marcato in chi soffriva di ipertensione.

“Ciò che questo studio ci offre è una scoperta oggettiva sull’associazione tra i flavanoli, presenti nel tè e in alcuni frutti, e la pressione sanguigna – spiega Gunter Kuhnle, che ha guidato lo studio – Questa ricerca conferma i risultati di precedenti studi di intervento dietetico e mostra che gli stessi risultati possono essere raggiunti con una dieta abituale ricca di flavanoli. Nella dieta britannica, le fonti principali sono il tè, il cacao, le mele e i frutti di bosco”.

I risultati, infatti, prescindono dalla variabilità naturale di contenuto che può esserci negli alimenti.

“Contrariamente ai dati dietetici auto-riportati, i biomarcatori nutrizionali possono affrontare l’enorme variabilità nella composizione degli alimenti – conclude infatti Kuhnle – Possiamo quindi attribuire con sicurezza le associazioni che abbiamo osservato all’assunzione di flavanolo”.

Secondo gli autori, dunque, se la popolazione in generale incrementasse il consumo di flavanolo, ci potrebbe essere una riduzione complessiva dell’incidenza di malattie cardiovascolari.

“Questo studio aggiunge informazioni chiave a un crescente corpo di prove a sostegno dei benefici dei flavanoli nella dieta per la salute e la nutrizione – aggiunge Hagen Schroeter, un altro coautore della ricerca”.

Le molecole, che appartengono ad un gruppo più ampio di composti aromatici e che sono presenti anche nella parte solida dell’uva (buccia, semi e steli), erano infatti state oggetto di altri studi precedenti che ne avevano confermato gli effetti benefici anche sul diabete di tipo 2, tra i quali uno considerato tra i principali pubblicato nel 2013 su Diabetes Care.

Il lavoro, finanziato da Medical Research Council e Cancer Research UK, è stato pubblicato su Scientific Reports del gruppo Nature.

Fonti di riferimento: University of Readings /  Scientific Reports / Diabetes Care   

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook