Endometriosi: cause congenite e ambientali

Cause dell'endometriosi, una malattia che colpisce il 10% delle donne nel mondo

Mestruazioni dolorose… dolore pelvico cronico… rapporti intimi dolorosi… stanchezza fisica… infertilità? Una parola: Endometriosi.

L’endometriosi è una malattia che colpisce 150 milioni di donne nel mondo, 14 milioni in Europa e 3 milioni in Italia che rappresentano circa il 3-10% delle donne in età riproduttiva.

Cause dell’endometriosi

La malattia è stata studiata dal Dottor John Sampson nel 1921 ipotizzandone come possibile causa la mestruazione retrogada: durante il flusso mestruale alcune cellule endometriali seguirebbero un percorso inverso, risalendo lungo le tube ed attecchendo in esse per poi svilupparsi anche in altri organi.

Negli anni la ricerca è andata avanti sviluppando tra le altre anche l’ipotesi genetica, cioè ereditata o prodotta dal risultato di errori genetici. Nel 2009 una ricerca del del Prof Pietro Giulio Signorile ha messo in evidenza come le cellule dell’endometrio fossero presenti anche nei feti di poche settimane, in cui si riscontrava già la malattia nella sua fase iniziale.

Tra le conferme delle origini congenite dell’endometriosi, un’altra importante scoperta fu fatta nel 2013 dai ricercatori della Fondazione Italiana Endometriosi, che sono riusciti ad individuare ben 44 geni con una differente espressione – e quindi funzionamento – nei tessuti della malattia, rispetto ai normali tessuti dell’endometrio femminile. Questi geni sono geni implicati nello sviluppo degli organi e sistemi del corpo umano femminile.

I fattori ambientali: pesticidi e interferenti endocrini

Un passo avanti nella scoperta delle cause dell’endometriosi è stata fatta nel 2010, quando questa, per la prima volta, è stata correlata con il Bisfenolo A, uno della sporca dozzina di cosiddetti “interferenti Endocrini, presente soprattutto nei materiali plastici. La ricerca, organizzata ed eseguita dal Prof Pietro Giulio Signorile ha messo in evidenza come il BPA alterasse l’attività dell’apparato endocrino, attivando i recettori degli ormoni. Ipotesi, quest’ultima confermata dalla successiva ricerca eseguita dalla FIE nel 2011 in cui fu evidenziato come l’accumulo di Bisfenolo A potesse trasmettere la malattia anche nelle generazioni future dei soggetti esposti a lungo a questa sostanza.

In pratica, i fattori genetici ed ambientali agiscono parallelamente allo sviluppo della malattia. Come sottolinea il Prof Pietro Giulio Signorile, Presidente della Fondazione Italiana Endometriosi, la presenza di cellule di endometrio “fuori posto” dalle quali poi in età adulta si forma la malattia, è dovuta a sostanze inquinanti, Interferenti Endocrini, che alterano l’espressione di geni deputati alla formazione dell’apparato riproduttivo.

Del resto la pericolosità degli interferenti endocrini era stata messa in luce nel 2010 dal Progetto Previeni dell’Istituto Superiore della Sanità, cioè uno studio in aree pilota sui riflessi ambientali e sanitari di alcuni contaminanti chimici emergenti: ambiente di vita, esiti riproduttivi e ripercussioni nell’età evolutiva. È stato un progetto di durata triennale 2008 – 2010 e ha messo in evidenza la pericolosità di questi agenti e la causa di alcune malattie come l’endometriosi.

Nel 2013 è stata portata a termine un’altra importante ricerca: gli estrogeni dei contraccettivi favoriscono la crescita dell’endometriosi. L’esposizione all’ethynilestradiolo nella vita prenatale e o dopo la maturità sessuale,nel modello animale, può causare l’endometriosi e lesioni precancerose all’utero ed alle ovaie dovute ad una eccessiva sintesi di estrogeni in questi organi bersaglio. La ricerca è stata svolta da alcuni ricercatori giapponesi ed è stata pubblicata nel mese di marzo 2013.

Sempre nello stesso anno l’endometriosi è stata messa in relazione all’uso dei pesticidi in agricoltura, in particolare di due sostanze, mirex e beta-esaclorocicloesano (beta HCH). La ricerca è stata condotta dagli esperti del Fred Hutchinson Cancer Research Center e i risultanti pubblicato tra le pagine della rivista Environmental Health Perspectives. Le sostanze chimiche che permangono nell’ambiente, anche quelle utilizzate nel passato, possono intaccare la salute delle donne di oggi, che si trovano nell’età riproduttiva” – ha dichiarato Kristen Upson, tra gli autori dello studio. Secondo le sue parole, l’associazione tra pesticidi e endometriosi non sarebbe ancora del tutto chiara, ma queste sostanze sarebbero in grado di interferie con la normale azione degli estrogeni.

LEGGI anche: Endometriosi: i pesticidi ne aumentano il rischio fino al 70%

Pur avendo ora più chiare le cause, soprattutto ambientali che scatenano la malattia, ancora non è stata trovata la cura specifica. In compenso però, il 2014 è segnato da un’importante scoperta per le donne malate di endometriosi: si è fatto un grande passo avanti per poter diagnosticare la patologia senza esami invasivi e dolorosi o operazioni alcune volte demolitive, attraverso un semplice esame del sangue.

Alla base della scoperta realizzata dalla Fondazione Italiana Endometriosi e pubblicata sul Journal of Cellular Physiology, una proteina-spia presente nel sangue capace di indicare la malattia. Il nuovo test accorcia i tempi della diagnosi ,rendendola anche più precisa. Da ora in poi sarà sufficiente una semplice analisi del sangue perché le donne che manifestano sintomi indicatori di endometriosi possano essere certe di essere affette da malattia e procedere con le cure.

Cristina De Angelis
www.endoche.it

LEGGI anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook