Pesticidi, saponi e prodotti per la pulizia causano inquinamento atmosferico legato a morti premature

Una componente inquinante di alcuni prodotti per la pulizia della casa sarebbe responsabile di oltre 900.000 morti premature all’anno

Una specifica componente inquinante trovata in alcuni prodotti per la pulizia della casa molto comuni sarebbe responsabile di oltre 900.000 morti premature all’anno. Una previsione 10 volte più grave di quella ipotizzata finora

Molti di noi adorano il profumo di pulito emanato dai flaconi colorati di prodotti di detersivi e saponi, come anche adorano la sensazione di avere una casa sempre igienizzata e in ordine – soprattutto se con noi vivono bambini piccoli o animali domestici. Un nuovo studio, però, getta una luce inquietante su molti dei prodotti che comunemente utilizziamo per pulire in casa: sarebbero infatti responsabili di un sensibile accorciamento della nostra aspettativa di vita.

Infatti, mentre la maggior parte degli agenti inquinanti presenti nell’aria proviene dalla combustione dei combustibili fossili, alcuni di questi elementi (detti composti organici volatili, COV) provengono dai prodotti per l’igiene domestica, da pesticidi e vernici utilizzate nei nostri appartamenti.

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È difficile quantificare gli elementi chimici volatili presenti nell’aria delle nostre case, perché sono numerosi i fattori che contribuiscono alla loro presenza. Questo nuovo studio, tuttavia, ha provato a condurre un’indagine ‘retrospettiva’ basandosi sui dati relativi alle emissioni di prodotti chimici volatili raccolti dal National Emissions Inventory (NEI) dal 1995 ad oggi.

Dopo aver confrontato i dati e creato dei modelli, i ricercatori hanno correlato le concentrazioni di ASOA ai casi di morte prematura nella popolazione: c’è il forte sospetto le morti premature connesse all’inalazione di ASOA siano fra le 340.000 e le 900.000 – una cifra impressionante.

A fronte di un già previsto aumento della popolazione globale nei prossimi decenni, è molto probabile che la percentuale di queste sostanze tossiche nell’aria aumenti nel prossimo futuro. Per questo, almeno negli Stati Uniti, si prova a correre ai ripari: già dagli anni ’90 il National Volatile Organic Compound Emission Standard ha emesso limitazioni e standard minimi che i creatori di prodotti per l’igiene della casa e della persona devono rispettare.

Si potrebbe pensare che la tossicità sia uguale in tutti i tipi di particelle chimiche emesse nell’atmosfera, ma non è così. Secondo uno studio recente, le sostanze chimiche di tipo ‘salino’ come solfati e nitrati, hanno livelli di tossicità inferiore rispetto a metalli pesanti e composti organici generati abbondantemente durante i processi di combustione: i prodotti per la cura della casa contengono molto spesso benzene o toluene, in cima alla scala della tossicità.

Ma a cosa fare particolarmente attenzione nelle nostre case per ridurre al minimo i rischi di intossicazione? Varie sono le sorgenti di COV che possono nascondersi nell’aria di casa: oltre ai materiali di pulizia e prodotti vari (es. colle, adesivi, solventi, vernici) e ai prodotti cosmetici o deodoranti per la cura della persona, anche i dispositivi di riscaldamento, abiti trattati recentemente in lavanderie, il fumo di sigaretta e quello prodotto da strumenti di lavoro come stampanti e fotocopiatrici. Altre importanti fonti di inquinamento sono i materiali da costruzione e gli arredi (es. mobili, moquette, rivestimenti) che possono determinare emissioni continue durature nel tempo (settimane o mesi): in questo caso, l’emissione di COV è più alta all’inizio della vita del prodotto e tende a diminuire notevolmente in tempi abbastanza brevi (da una settimana per vernici e adesivi, a sei mesi per altri composti chimici). Fa eccezione la formaldeide, che tende a presentare rilasci relativamente costanti per molti anni. Il ministero della Salute ha stilato una tabella che riassume le principali fonti di COV:

Fonte Ministero della Salute

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Fonti: Atmospheric Chemistry and Physics / Ministero della Salute

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