Bilirubina: cosa è, valori di riferimento e quando preoccuparci

La bilirubina è un pigmento che si trova nella bile e che si forma per la maggior parte durante la distruzione dell'emoglobina. Capiamo perché è importante misurarla.

La bilirubina è un pigmento che si trova nella bile e che si forma per la maggior parte durante la distruzione dell’emoglobina, contenuta nei globuli rossi danneggiati o che hanno finito il loro ciclo vitale. Perché è importante misurarla? E cosa comporta avere bilirubina alta?

Il suo nome deriva dalla particolare colorazione giallo-rossastra: infatti la parola proviene dall’unione del latino bilis, bile, con la parola ruber, rosso. Dopo essere stata prodotta, la bilirubina arriva nel fegato per poi essere espulsa dall’organismo, soprattutto tramite le feci e solo in piccola parte nell’urina.

Cos’è la bilirubina

La bilirubina è una sostanza di color giallo-rossastro che rappresenta la principale componente della bile e la cui produzione si ricollega al processo di distruzione dei globuli rossi senescenti, di quelli, cioè, che hanno esaurito il loro ciclo di vita.

La bilirubina si produce, infatti, soprattutto dalla demolizione dei globuli rossi vecchi o danneggiati all’interno del sistema reticolo endoteliale (un sistema funzionale dell’organismo caratterizzato da tre tipi di cellule: reticolari collocate nei polmoni, nella milza, nel midollo osseo e nei linfonodi; macrofagi e cellule di Kupffer, che si trovano nel fegato). Invece, un quinto della produzione di bilirubina è da ricondursi al catabolismo di emoproteine sieriche, cioè deriva dalla demolizione (lisi) delle altre emoproteine (mioglobina, citocromi, perossidasi, catalasi) e degli eritroblasti (per anomalie che si verificano durante la sintesi dei globuli rossi nel midollo osseo, vedi eritropoiesi inefficace).

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La bilirubina, quindi, è una sostanza di scarto del nostro organismo derivante dalla normale disgregazione dell’emoglobina, la proteina che si trova proprio nei nostri globuli rossi, ed è allo stesso tempo una delle componenti della bile.

Una volta prodotta, la bilirubina arriva nel fegato e successivamente viene espulsa dall’organismo, principalmente attraverso le feci ma anche con la minzione. In base a questo processo di smaltimento, si distinguono due tipi di bilirubina. Quest’attività di smaltimento avviene nelle cellule del sistema reticoloendoteliale della milza, del fegato e del midollo osseo. Qui si trovano dei macrofagi che sono in grado di riconoscere i globuli rossi invecchiati e quindi fagocitarli. In questo modo liberano l’emoglobina che si divide nella sua parte proteica e nel gruppo eme dalla cui degradazione si proprio la bilirubina.

Questa è la cosiddetta bilirubina “libera” o “non coniugata”, oppure definita anche “indiretta”. È in questo caso insolubile, per cui per essere trasportata deve appoggiarsi a una proteina sierica prodotta dal fegato, l’albumina. Con l’albumina, la bilirubina non coniugata raggiunge il fegato dove si distacca dall’albumina e viene coniugata con acido glucuronico con conseguente formazione della bilirubina diretta o coniugata.

Se tutti questi processi di escrezione della bilirubina non funzionano, può generarsi un accumulo di bilirubina nel sangue (iperbilirubinemia) e nei tessuti, inducendo il cosiddetto ittero, a causa del quale la pelle si presenta di un colorito giallognolo.

bilirubina formazione

I valori di riferimento e perché misurare la bilirubina

A rappresentare un buon criterio diagnostico per valutare lo stato di salute del fegato è proprio il rapporto tra bilirubina diretta e bilirubina indiretta: la quota di bilirubina totale prodotta ogni giorno si attesta intorno ai 250 mg e nel sangue raggiunge la concentrazione media di 1-1,5 mg/dL.

I valori possono cambiare a seconda del laboratorio cui si fa capo, ma di solito si riconduce la bilirubina totale “fisiologica” nel range tra 0.3 e 1.0 mg/dl.
La bilirubina diretta oscilla tra 0.0 e 0.4 mg/dl. La bilirubina indiretta ammonta a 0.1 e 1.0 mg/dl. (Fonte: Inran)

Ricapitolando:

0.3-1.0 mg / dl, bilirubina totale
0.1-1.0 mg / dl, bilirubina libera
0.0-0.4 mg / dl, bilirubina coniugata

Ma fate sempre riferimento ai dati del vostro laboratorio di analisi.

bilirubina test

La bilirubina si misura attraverso le normali analisi del sangue e la sua rilevazione può essere influenzata da alcuni fattori, come l’assunzione di determinati farmaci, un’alimentazione particolare o uno sforzo fisico intenso. Anche la gravidanza può aumentare leggermente i valori della bilirubina diretta, mentre in donne non in stato di gravidanza e nei bambini tende ad attestarsi su valori un po’ più bassi del normale.

La rilevazione della bilirubina tramite analisi in genere viene prescritta per determinati motivi:

  • monitorare lo stato di salute del fegato e la progressione di particolari malattie, come l’epatite
  • capire se i globuli rossi vengono distrutti troppo velocemente rispetto al processo normale e diagnosticare così una eventuale
  • anemia emolitica
  • individuare le cause dell’ittero di un neonato
  • valutare l’eventuale tossicità di una particolare cura farmacologica e l’efficacia di una particolare terapia
  • capire se i dotti biliari sono ostruiti

Bilirubina alta, quando preoccuparsi

In genere, livelli di bilirubina più alti del livello fisiologico (iperbilirubinemia) sono sintomo di patologie o di un malfunzionamento del fegato. Occorre però distinguere tra un aumento della bilirubina indiretta o libera e un aumento della bilirubina diretta o coniugata: per questo viene per lo più prescritto l’esame frazionato della bilirubina.

Se i valori di concentrazione sono particolarmente elevati (pari a 2.5 – 3 mg/dl), si è in presenza di un ittero (il cui sintomo principale è il colore giallastro della pelle e delle sclere degli occhi). A seconda della zona colpita, l’ittero si distingue in:

  • preepatico (aumento della produzione di bilirubina)
  • epatico (disfunzione del fegato)
  • postepatico (ostruzione dei dotti)

Iperbilirubinemia di tipo non coniugato

Frequente nei neonati, è l’aumento della bilirubina libera o indiretta che si può ritrovare anche nel caso di malattie emolitiche (dovute all’accorciamento della vita media dei globuli rossi in circolo), quando l’aumento della produzione di bilirubina dovuto all’aumentata demolizione di globuli rossi supera le capacità del fegato di metabolizzarla.

Iperbilirubinemia di tipo coniugato (ittero epatico o epatocellulare)

È dovuta invece alla ridotta captazione della bilirubina da parte dell’epatocita, alla ridotta coniugazione con l’acido glicuronico oppure alla ridotta escrezione con la bile, dovute a sindromi genetiche ereditarie come la sindrome di Crigler-Najiar o la sindrome di Gilbert.

L’eccesso di bilirubina totale, ma soprattutto indiretta, può essere provocato da:

  • sindrome di Gilbert
  • reazione alle trasfusioni
  • anemia emolitica o perniciosa
  • cirrosi

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Se la bilirubina coniugata ha livelli più elevati di quella non coniugata, in genere sta a significare che le cellule del fegato non riescono a eliminare nel miglior modo possibile la bilirubina. E ciò può essere causato soprattutto da:

  • epatite virale
  • epatite alcolica
  • reazione a determinati farmaci

Può capitare anche la bilirubina coniugata (diretta) sia più alta di quella non coniugata (indiretta) a causa di un’ostruzione dei dotti biliari, che si verifica in:

  • presenza di calcoli dei dotti biliari
  • presenza di lesioni dei dotti biliari
  • presenza di tumore

Infine, l’aumento della bilirubina può essere dovuto a patologie ereditarie rare che determinano una anomalia nel metabolismo della bilirubina. Si ricordano in questo caso le sindromi di Rotor, di Dubin-Johnson e di Crigler-Najjar.

Iperbilirubinemia neonatale e ittero

Generalmente, l’eccesso di bilirubina nei neonati non deve destare preoccupazioni perché è assolutamente temporaneo e si risolve da solo in un paio di settimane al massimo. Può tuttavia essere curata con una fototerapia o farmaci appositi e, soltanto nei casi più gravi, con una trasfusione di sangue.

L’eccesso può essere causato dalla disgregazione dei globuli rossi più rapida del normale, ma ci possono essere altre cause come:

  • infezioni congenite
  • ipossia
  • diverse malattie genetiche
  • patologie epatiche
ittero neonato

Nella maggior parte dei casi aumenta solo la bilirubina non coniugata o indiretta, mentre l’aumento di bilirubina coniugata o diretta si può avere nel caso siano presenti malattie rare come l’atresia biliare o l’epatite neonatale.

Valutate in ogni caso sempre le consultazioni del vostro pediatra e tutte le analisi da fare, per stabilire se si tratta di ittero fisiologico, non indicativo di una malattia, o patologico.

Ricapitolando, si è in presenza di ittero fisiologico se:

  • compare dopo 48-72 ore dalla nascita
  • si risolve spontaneamente
  • l’aumento della bilirubina avviene in maniera lenta e graduale
  • i valori di bilirubina non superano una certa soglia (12 mg/dl nel neonato a termine)
  • il colore delle feci e delle urine è normale

Bilirubina bassa

In genere, un valore basso di bilirubina in un soggetto sano non indica anomalie e non deve destare allarme. Nelle persone sane, le principali cause della bilirubina sono:

  • un eccesso di vitamina C
  • caffeina
  • alcuni farmaci anticonvulsivanti (come il Fenobarbital) e alcuni farmaci per trattare una malattia polmonare, come la Teofillina che, come la caffeina, contiene xantine che riducono i livelli di bilirubina

In alcuni studi, livelli bassi di bilirubina sono associati a patologie come:

  • disfunzione dell’arteria coronaria
  • depressione stagionale
  • anemia emolitica
  • fase terminale della malattia renale cronica

Sulle patologie associate a valori alterati nel sangue puoi leggere anche:

In tutti casi, è sempre meglio consultare il proprio medico di fiducia e identificare il proprio quadro clinico generale.

Germana Carillo

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