Dimentica l’alcol, è questa la bevanda peggiore per il tuo fegato

Una recente ricerca ha rivelato che una determinata tipologia di bevande potrebbe peggiorare la salute del fegato

Il fegato filtra le tossine dal corpo, per tale ragione è essenziale mantenere sano questo importante organo che troppo spesso mettiamo sotto pressione anche inconsapevolmente. Quando si parla di danni al fegato, infatti, la prima cosa che viene in mente è l’alcol; tuttavia, una nuova ricerca ha rivelato che una categoria di bevande completamente diversa dagli alcolici può danneggiare ancora di più il nostro organo “filtro”.

Lo studio

Il Framingham Heart Study, iniziato nella regione di Boston nel 1948, ha avuto un’influenza importante nelle scelte di stile di vita delle persone. Ora, i ricercatori hanno pubblicato un interessante aggiornamento in Clinical Gastroenterology and Hepatology, basato sul Framingham Heart Study.

Il team di ricerca ha affermato di aver condotto “uno studio osservazionale prospettico” a partire dal 2002 circa, durante tutto questo periodo sono stati esaminati 1.636. I pazienti hanno riferito la frequenza con cui bevevano le bevande zuccherate o la soda, e i ricercatori hanno valutato l’incidenza della steatosi epatica non alcolica, una condizione in cui il grasso in eccesso viene immagazzinato nel fegato. Questa malattia, inoltre, potrebbe non portare a gravi complicazioni di salute ma può causare ingrossamento del fegato e, di conseguenza, dolore.

L’effetto delle bevande zuccherate sul fegato

Secondo il Framingham Heart Study, la steatosi epatica non alcolica può essere prevenuta eliminando le bevande zuccherate. Questo perché, come riportano i ricercatori, i consumatori frequenti di bevande zuccherate (che hanno riferito di berne da più di una volta al giorno a più di una volta alla settimana) avevano una probabilità due volte e mezzo maggiore di sviluppare malattie del fegato, rispetto ai non consumatori. Al tempo stesso, anche i consumatori “occasionali” di bevande zuccherate (cioè da una volta al mese, a meno di una volta alla settimana) hanno avuto comunque un aumento del grasso del fegato rispetto ai non consumatori.

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Fonte: NCBI

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