Ricordi inutili: con il sonno dimentichiamo i pensieri superflui

Il sonno della notte ci consente di liberarci dai ricordi inutili.

Sonno e ricordi: sbarazzatevi dei pensieri superflui e delle memorie inutili con un bel pisolino. Quello che gli inglesi chiamano “smart forgetting” è il trucchetto buono per dimenticare senza troppi traumi e in modo intelligente ciò che è inutile e ottimizzare così il consumo energetico del cervello.

Una conclusione cui sono giunti i ricercatori dell’Università del Wisconsin, che, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, in un nuovo studio hanno confermato il ruolo del sonno nel processo di apprendimento, sostenendo che i ricordi inutili accumulati nella memoria perdono mole durante il sonno per lasciare spazio alle nuove esperienze.

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In pratica, durante il giorno i punti di contatto tra i neuroni, le cosiddette sinapsi, si rafforzano grazie a stimoli che ne aumentano numero e volume: se facciamo nuove esperienze, si accumulano di continuo i ricordi. Un vero e proprio ginepraio che però durante la notte trova una soluzione: le sinapsi si assottigliano di circa il 20%, i ricordi inutili sono eliminati e si crea spazio per i ricordi del nuovo giorno. Ecco perché dormire fa bene! Non solo elimina l’ansia, ma ci consente anche di avere un cervello “plastico” che sia in grado di imparare nuove cose ogni giorno.

sonno ricordi

LO STUDIO – Per misurare i cambiamenti nelle dimensioni delle sinapsi tra il sonno e la veglia, gli studiosi hanno utilizzato un microscopio elettronico 3D e, analizzando due aree della corteccia cerebrale, hanno visto che un sonno di 6-8 ore era in grado di assottigliare le dimensioni delle sinapsi del 18%, in entrambe le aree analizzate e in modo proporzionale rispetto alle dimensioni delle connessioni.

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Secondo queste ipotesispiegano gli autori dello studio – l’interazione con l’ambiente durante la veglia determina un progressivo potenziamento delle sinapsi, perché apprendiamo continuamente cose nuove anche senza accorgercene, mentre il sonno al contrario serve a depotenziarle, per farle tornare a livelli energeticamente più sostenibili e per permetterci di imparare ancora nuove cose il giorno successivo. Grazie a questo studio, siamo riusciti per la prima volta ad ottenere la prova visiva di questo fenomeno”.

Si tratta di un processo che risparmierebbe le sinapsi più grosse, che molto probabilmente coincidono con i ricordi più stabili. Come a dire: un buon sonno riparatore libera la mente dal superfluo e ci fornisce l’energia giusta per cominciare una nuova giornata.

Germana Carillo

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