Elettrosmog: medici scrivono al Governo. No all’innalzamento dei limiti (PETIZIONE)

Elettrosmog, una minaccia invisibile ma non per questo meno reale. E il nostro Governo potrebbe addirittura alzare i limiti attualmente previsti. L'obiettivo? Favorire per lo sviluppo della banda larga ma a danno della salute. Per questo medici e ricercatori hanno prima sottoscritto una lettera aperta e adesso dato il via a una petizione

Elettrosmog, una minaccia invisibile ma non per questo meno reale. E il nostro Governo potrebbe addirittura alzare i limiti attualmente previsti. L’obiettivo? Favorire per lo sviluppo della banda larga ma a danno della salute. Per questo medici e ricercatori hanno prima sottoscritto una lettera aperta e adesso dato il via a una petizione.

Più di 60 firmatari tra medici, fisici, ingegneri, comitati e associazioni hanno chiesto al Governo e al Parlamento di conservare e migliorare i livelli di tutela della salute dagli effetti nocivi delle radiazioni emesse da cellulari, tablet, smartphone, computer collegati in rete senza fili, antenne Wi-Fi, Wi-Max, radar, ripetitori della radiofonia, della radiotelevisione e della telefonia mobile DECT, GSM, UMTS e LTE (4G).

L’iniziativa nasce in risposta a due piani che prevedono un innalzamento dei limiti di legge per i campi elettromagnetici e una maggiore diffusione delle tecnologie a radiofrequenza come il Wi-Fi, ovvero la Strategia Italiana per la Banda Ultralarga e la Strategia per la Crescita digitale 2014-2020.

Questi piani di sviluppo rischiano di far aumentare in modo esponenziale tutta una serie di patologie tumorali e neurodegenerative correlate all’esposizione continuata alla radiofrequenza, con un rischio più significativo per i più giovani dal momento che gli effetti nocivi dell’esposizione ai campi elettromagnetici si accumulano nel tempo”, ha commentato il Dott. Fiorenzo Marinelli, ricercatore del CNR di Bologna, uno dei firmatari dell’appello. “Al momento la radiofrequenza è classificata dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come possibile cancerogeno per l’Uomo, ma ricerche epidemiologiche più recenti richiedono una classificazione come cancerogeno certo”.

I medici nutrono evidenti preoccupazioni per la salute legate a queste prospettive dettate da mere esigenze economiche. Due sono i punti discussi anche in occasione di un workshop sull’elettrosmog, il 21 febbraio scorso: uniformare i limiti nazionali a quelli europei in materia di elettro-magnetismo e razionalizzare lo spettro elettromagnetico.

In linea con le politiche europee di razionalizzazione dello spettro elettromagnetico e in coerenza con l’incremento esponenziale della domanda di connettività prevista nei prossimi anni, l’Italia potrà prevedere di assegnare ulteriori frequenze al settore. Sono inoltre già in corso operazioni di refarming e ristrutturazione di porzioni di spettro per modificarne la destinazione e ridurre gli sprechi” spiega il primo documento. “Nella convinzione che si debba costruire un mercato unico digitale europeo partendo dunque dallo standardizzare regole e opportunità, l’Italia dovrà progressivamente uniformarsi ai limiti degli altri Paesi europei in materia di elettromagnetismo con immediati vantaggi in termini di diffusione del servizio di connettività a banda ultralarga wireless, in fixed wireless access e via satellite”.

In soli tre giorni a sottoscrivere la lettera sono stati oltre sessanta medici, fisici, ingegneri e ricercatori, tra cui numerosi esperti di effetti cancerogeni dei campi elettromagnetici, come la Dr.ssa Fiorella Belpoggi, Direttore del Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni presso l’Istituto Ramazzini a Bologna e il Prof. Mario Barteri, Ordinario di Chimica Fisica Biologica alla “Sapienza” Università di Roma.

Deve essere chiaro che noi siamo per lo sviluppo delle tecnologie digitali purché avvenga nel pieno rispetto della salute”, commenta Giuseppe Teodoro, uno dei portavoce della iniziativa. “Nella nostra lettera appello chiediamo che il Governo investa sulle connessioni via cavo che sono le più efficienti e le uniche davvero prive di controindicazioni per la salute e richiediamo anche il divieto di installazione del Wi-Fi negli asili, nelle scuole, nei luoghi di cura e negli ospedali.

LA PETIZIONE – C’è tempo fino al 30 marzo per raccogliere le firme. Occorre stampare la petizione e far scrivere per esteso il nome e cognome, il documento di riconoscimento, la data e la firma. I fogli vanno poi spediti alla casella postale indicata in fondo alla pagina: AMICA – Casella Postale 3131 – 00121 Roma.

Francesca Mancuso

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