Sigarette elettroniche: i liquidi delle ricariche contengono arsenico e metalli pesanti

Le sigarette elettroniche conterrebbero metalli pesanti. Un nuovo studio realizzato dal Salvagente ha analizzato i liquidi e le ricariche delle sigarette elettroniche utilizzando 30 campioni. E i risultati parlano chiaro. Il test più ampio mai effettuato in materia ha fatto emergere la presenza di metalli pesanti come cromo, arsenico, piombo. In quali concentrazioni e con quali pericoli è ancora da accertare visto che, come ha sottolineato Riccardo Quintili, direttore del settimanale, si tratta di un settore che ancora poco noto

Le sigarette elettroniche conterrebbero metalli pesanti. Un nuovo studio realizzato dal Salvagente ha analizzato i liquidi e le ricariche delle sigarette elettroniche utilizzando 30 campioni. E i risultati parlano chiaro. Il test più ampio mai effettuato in materia ha fatto emergere la presenza di metalli pesanti come cromo, arsenico, piombo. In quali concentrazioni e con quali pericoli è ancora da accertare visto che, come ha sottolineato Riccardo Quintili, direttore del settimanale, si tratta di un settore ancora poco noto.

Le analisi sui 30 campioni hanno dunque confermato la presenza di metalli pesanti. Anche la Francia di recente ha effettuato dei test, con risultati altrettanto “imbarazzanti”, come ha segnalato Quintili. Secondo lo studio francese, le sigarette elettroniche possono produrre quantità significative di molecole cancerogene.

L’analisi italiana, commissionata dal Salvagente all’Università Federico II di Napoli, ha scoperto che le e-cig ospitano piombo, arsenico, cromo e altri metalli pesanti.

Ad aver destato clamore è stato soprattutto il confronto dei liquidi delle sigarette con l’acqua. Si legge sull’edizione online del Salvagente che non è piaciuto ai produttori il confronto tra il consumo di liquidi e quello d’acqua. “È ancora da dimostrare in quale misura le sostanze presenti nel liquido migrano nel vapore, e quale frazione ne viene assorbita dall’apparato respiratorio, altamente vascolarizzato, mediante l’inalazione. In mancanza di parametri specifici, si può tentare una valutazione della contaminazione confrontandola con quella definita per le acque imbottigliate e con i livelli medi rilevati nel sangue e compatibili con uno stato di salute buono, come codificati dall’Iss”.

L’inchiesta ha inoltre accertato che in due casi (Puffit e DKS) sono emerse concentrazioni di cromo più alte della media del campione e in un altro lo stesso accade per il rame (Genesis). Non essendo ancora certe le conseguenze che tali sostanze, inalate in determinate quantità, possono avere per la salute, l’invito è alla cautela.

Ciò che è certo è che esse sono tossiche, specie per effetto dell’accumulo, e sono considerate concausa di varie patologie cronico-degenerative.

Dal canto suo, l’Associazione Nazionale Fumo Elettronico (Anafe), ha commentato così l’esito delle analisi condotte da Il Salvagente sulla concentrazione di metalli pesanti nei liquidi per sigarette elettroniche: “Le aziende associate rispettano la normativa vigente in Italia e lavorano con elevati standard di sicurezza e qualità. I nostri prodotti sono sicuri e rappresentano l’80% del mercato”.

E il presidente Massimiliano Mancini, ha ricordato inoltre che “Anafe sta lavorando di concerto con il Ministero della Salute per definire al più presto regole certe a tutela del consumatore per un mercato trasparente e regolamentato”.

Anche il Codacons, all’indomani della pubblicazione dell’inchiesta, ha chiesto controlli e sequestri a tappeto in tutta Italia, insieme a regole ben definite. “Il vero problema è l’assenza di una normativa che regolamenti il settore delle e-cigarettes e dei liquidi, nel quale regna il vero e proprio caosafferma il Presidente Carlo Rienzi In attesa di regole certe, il Ministero della Salute e i Nas devono compiere analisi a tappeto su tutti i liquidi per sigarette elettroniche venduti in Italia, acquisendo i prodotti all’interno dei tanti punti vendita in franchising presenti sul territorio. Tutti i liquidi che possono rappresentare un pericolo per la salute devono essere ritirati dal commercio con effetto immediato, sulla base del principio di precauzione e a tutela dei consumatori”.

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