Come mantenere il cervello giovane: le due strade da percorrere

Qualunque sia l'età anagrafica, se correttamente allenato, il cervello può restare giovane. Le due strade per farlo.

Sappiamo che l’attività fisica, in generale, fa bene al nostro organismo: ne beneficiano mente, corpo ed emozioni. Non altrettanta attenzione viene posta all’allenare, volontariamente, il cervello: eppure, se vogliamo mantenerlo giovane o – meglio – sempre efficiente, dovremmo farlo. Tutti i giorni, per nutrirlo, rafforzarlo e così conservarne l’integrità strutturale anche nelle diverse età della maturità. Due sono le fasi e le strade da seguire.

Eliminare gli errori

Il primo passo è quello di eliminare gli errori che fanno invecchiare il nostro cervello. Quali sono questi errori? In primo luogo tutti i “pensieri” non allineati all’autenticità. In questa categoria rientrano:

  • gli obiettivi definiti sulla base delle convenzioni sociali o aspettative familiari: il matrimonio come punto di arrivo perché così fan tutti (e non per amore e desiderio autentico di condivisione di una vita insieme), avere successo e soldi (con scelte conseguenti che allontanano dalle proprie passioni, tolgono la libertà, costringendoci dentro le regole di meccanismi produttivi-competitivi che riempiono ogni spazio di vita) e così via.
  • Fanno invecchiare il nostro cervello anche quelli che lo psichiatra Raffaele Morelli ha definito “pensieri spazzatura”: rimuginare su un amore finito, le piccole manie quotidiane che riempiono di cose inutili, le superstizioni che ci impediscono di collegarci alla bellezza e all’energia del Tutto.
  • “Uccidono” simbolicamente il nostro cervello anche tutte le abitudini (diventano uno spazio rassicurante ma che ci chiude, non ci fa evolvere, imparare), le aspettative (proiettati come siamo in “quelle” visioni irreali, immaginarie, non riusciamo a vivere e godere della realtà, delle sfumature della concretezza del presente) e pure le identificazioni (voler diventare come “qualcuno” finisce per uccidere la nostra creatività: cerchiamo di essere un fiore diverso, dimentichiamo il nostro seme-bellezza-forza personali e come farli crescere e sviluppare e così ci prepariamo una vita alienata dalla nostra vera essenza).
  • Persino vestirsi in modo sempre uguale, con lo stesso stile, senza mai variazioni sul tema, non aiuta: diventa una sorta di “divisa” che rafforza e conferma la nostra identità in modo rigido, fisso.

Come fare per eliminare questi comportamenti? Il primo passo, fondamentale, è riconoscerli. Poi ci si potrà lavorare su.

Stimoli mirati

Il secondo passo per tenere giovane il nostro cervello è stimolarlo, volontariamente, con comportamenti mirati: diversi studi hanno infatti dimostrato che ci sono attività cognitive e relazionali che attivano il nucleo basale e quindi la neuroplasticità, cioè la capacità del cervello di modificare i rapporti sinaptici tra neuroni, sia attraverso nuove connessioni che utilizzando connessioni presenti ma inattive.

Come ha dimostrato il lavoro del prof. Konstantinos Arfanakis non sono necessari sforzi particolari per allenare il cervello: già solo leggere un giornale, scrivere una lettera oppure ancora giocare a scacchi o studiare una nuova lingua fa bene, benissimo anche in età più avanzate. Insomma, basta poco.

A queste attività, poi, si possono aggiungere nuovi pensieri e nuovi comportamenti. Scelti consapevolmente. Ad esempio: stare un po’ in solitudine, fare un po’ di vuoto attorno a sé. Una mezz’oretta al giorno, una mezza giornata o una giornata ogni tanto anche, magari. Creare un po’ di vuoto dà spazio al nuovo, cambia la modalità di osservare e percepire le cose; toglie dal ritmo frenetico esterno e consente un ascolto diverso di sé.

  • Cambiare percorsi, abitudini: fare ogni giorno una strada diversa – o percorrere la stessa con modalità, strategie differenti – per raggiungere le proprie solite mete (il panettiere, l’ufficio, la scuola, il mercato); cambiare posto a tavola o sul divano; scegliere alimenti nuovi, cambiare ingredienti alle ricette. Insomma, farlo non necessariamente “strano” ma modificando, integrando, arricchendo: uscendo dalla modalità “on” standard.
  • Scegliere la cedevolezza: lasciare che le cose accadano, senza opporre resistenza (non vuol dire non impegnarsi, attivamente, per andare dove si vuole ma saper accogliere anche quando è il momento di mollare, di seguire l’onda e apprezzare persino quel cambio di direzione). Nulla succede per caso, tutto ci può portare un insegnamento e un’opportunità.
  • Ridere e sorridere: facilitiamo la produzione di ormoni che fanno star bene, rinnovano le cellule nervose e ci apriamo ad una dimensione di maggiore bellezza. Chi sa ridere ha il cuore più leggero; il cuore più leggero consente di aprirsi meglio alla vita e agli altri.
  • Praticare mindfulness: numerosi studi scientifici che hanno dimostrato come, sul medio e lungo periodo, sia in grado di modificare, rinforzare anche strutturalmente il nostro cervello. A qualunque età. Oltre ai benefici accertati su mente, emozioni e corpo.

Non va infine dimenticato che hanno un effetto sul nostro benessere cerebrale anche: mangiare in modo sano, corretto; fare esercizio fisico; nutrire le relazioni sociali e affettive; restare attivi e imparare a gestire lo stress.

Anna Maria Cebrelli

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