Perché i bambini vogliono guardare sempre lo stesso film e rileggere gli stessi libri

Leggere le storie, sempre le stesse, ai bambini aiuta a costruire schemi cognitivi, sviluppare una "memoria muscolare" e strutturale un vissuto emozionale sicuro.

Ripetere, rifare le stesse cose, rivedere lo stesso cartoon, farsi rileggere sempre quella storia: con un piacere sempre alto, con l’attenzione focalizzata, quasi fosse la prima volta, come se la scoperta fosse ancora in corso. E in effetti è proprio così. Almeno con i più piccoli.

Un bambino vede e rivede un film, non si stanca mai di ascoltare il medesimo racconto, si impegna di nuovo e ancora in una certa attività, perché la ripetizione aiuta a capire, imparare, costruirsi – un poco alla volta – dei riferimenti e degli schemi.

Le azioni ripetute, inclusa la lettura di libri o la visione di un film o la manipolazione di un materiale, rafforzano le connessioni neurali e creano un apprendimento profondo. Se si tratta di narrazione, pur se per bambini, i più piccoli non riescono a seguire bene – da subito – tutti i passaggi.

Ritornare sul racconto, avendo già familiarizzato con qualche parte o i personaggi, consente di capire meglio la storia, cogliere nuovi dettagli, ritrovarsi negli schemi, sviluppare i percorsi logici, chiarire ed ampliare i concetti, comprendere le fasi e i passaggi (cosa succede prima, cosa interviene dopo), interiorizzare gli insegnamenti impliciti e i valori: c’è tempo, insomma, per ritrovare tutti gli elementi e metterli via via insieme. Rispettando i propri tempi, senza necessità di “prestazione”, accogliendo anche la “confusione” (per non aver colto tutti gli elementi) delle prime letture. Tutto questo stimola, rinforza gli schemi cognitivi ma non solo.

Nell’ascoltare le stesse storie e nel vedere gli stessi film (ma anche nell’azione pratica) si costruisce – con loro – una sorta di familiarità: le conosce. Conoscere produce una sensazione di sicurezza: è rassicurante sapere che le cose vanno in un certo modo, si fanno in quella maniera. E si apprende che c’è sempre un modo, una via per poter affrontare ogni situazione, per realizzare un obiettivo. Inoltre permette di consolidare la memoria. Se poi la ripetizione è fatta insieme – genitori e figli -, contribuisce a rafforzare il legame affettivo e, nella condivisione anche delle emozioni, a costruire le basi sicure per vissuti di gioia, conforto, appartenenza.

La ripetizione, insomma, è alla base di molti aspetti dell’apprendimento: per gli adulti, a maggior ragione per i più piccoli (nel suo primo anno di vita, servono almeno 1000 ripetizioni per imparare una parola – prima che il bimbo pronunci “mamma avrà sentito ripetere quella parola almeno mille volte, ancora e ancora -, quando andrà all’asilo ne serviranno meno perché le connessioni neurali di base sono già state tracciate). Uno studio dell’Università del Sussex, su un campione di bambini dai 3 ai 6 anni, ha dimostrato come ripetere le stesse storie aiuta a sviluppare un linguaggio e una capacità di espressione maggiore rispetto ai coetanei che si trovano ad ascoltare sempre storie differenti.

Leggere e rileggere insieme produce poi un altro vantaggio: l’atto di aprire il libro e leggerlo crea una “memoria muscolare” che il bimbo ritroverà, e sarà una facilitazione, quando andrà a scuola.

Insomma: la ripetizione delle storie aiuta ogni bambino ad imparare, comprendere, rassicurarsi sulle sue possibilità; permette di aprire sempre una nuova “finestra”, un altro livello di comprensione (possibile solo grazie alla sedimentazione dei precedenti). Quindi: ripetiamo serenamente ancora e ancora e ancora. Finché non sia il bambino a chiedere altro.

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