Lo stress da pendolare compromette la salute

Stress da pendolare. Da non sottolvalutare, perché mette a rischio la nostra salute. Lo ha confermato uno studio svedese

Lavorare, che fatica! E lo diventa ancora di più se oltre all’alzataccia, aggiungiamo la fila in mezzo al traffico in auto o lo stress derivante dall’attesa dei mezzi pubblici, specie se non troppo efficienti. Per non parlare di ritardi o di treni soppressi che ci mandano su tutte le furie mentre andiamo al lavoro, o quando, dopo una giornata passata fuori, non vediamo l’ora di tornare a casa. Tutto questo è riassunto sotto la frase “stress da pendolare“.

Già, proprio lui, il famigerato stress non ci risparmia neanche nel pre o post lavoro, anzi. Pare che aumenti se facciamo la vita da pendolari, negli spostamenti per raggiungere il posto di lavoro. A conferma di ciò, uno studio condotto dagli esperti della svedese Università di Lund, ha rivelato che chi per raggiungere il posto di lavoro usa la bici o può concedersi il lusso di andare a piedi, ne guadagna in salute.

Monitorando le condizioni di salute di 21 mila lavoratori, con un’età tra i 18 e i 65 anni, la ricerca, pubblicata su Bmc Public Health, ha messo nero su bianco che chi prende i mezzi pubblici o la propria auto è soggetto a più frequenti assenze per una salute più cagionevole, cui va aggiunto un maggiore livello di stress e i conseguenti disturbi del sonno.

Ma allora che fare? Meglio, per chi può, provare a lasciare l’auto a casa e andare al lavoro a piedi o in bicicletta. Un consiglio spassionato, datori di lavoro permettendo, è quello del telelavoro. Oltre a salvaguardare l’ambiente con una minore quantità di emissioni prodotte, questa forma di occupazione fa bene anche alla nostra salute. Niente stress, niente sostanze nocive respirate mentre attendiamo il bus alla fermata, niente liti per il parcheggio né tempi morti. E poi, volete mettere? La comodità di lavorare in ciabatte, al calduccio della propria casa, sorseggiando un the caldo mentre fuori fa buio, non ha eguali.

Forse viene a mancare l’aspetto “sociale“, ma per quello ci si organizza a fine turno. Con gli amici. E il tempo lo troviamo sicuramente, se non lo passiamo in coda in autostrada.

Francesca Mancuso

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