“Fa ok con il pollice e gira di poco la testa”: Alex Zanardi vede, sente e migliora di giorno in giorno

Dal letto del reparto di neurochirurgia di Padova, Alex Zanardi vede e sente, non parla ancora, ma il cervello sta recuperando.

Se gli chiedono di fare ok, alza il pollice” e se gli chiedono dove si trovi sua moglie, lui gira la testa verso di lei: è davvero un bel giorno questo, il giorno in cui da Alex Zanardi riceviamo finalmente belle notizie. Caute ma essenziali, come tutti quelli che amano il campione si aspettano.

Dopo gli ultimi aggiornamenti positivi di settembre scorso, quando Zanardi fu sottoposto con successo a una ricostruzione cranio-facciale in seguito alla quale riusciva a rispondere “a stimoli visivi e acustici”, oggi in un suo appassionato articolo Carlo Verdelli descrive sul Corriere della Sera i progressi nella difficile riabilitazione e del lungo processo pieno di ostacoli.

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Era il 19 giugno scorso quando Zanardi – che ha compiuto 54 anni il 23 ottobre – si scontrò con un camion, sulla provinciale tra Pienza e San Quirico, in provincia di Siena. Da allora ha subito vari interventi e attualmente sta lavorando proprio alla riabilitazione cognitiva e motoria. Un recupero altalenante il suo, dovuto alle conseguenze del gravissimo incidente, tanto che già dall’inizio era stato chiaro che sarebbe stato necessario del tempo prima che potesse recuperare, almeno in parte.

Erano arrivate buone speranza a luglio quando il pilota era stato trasferito presso un centro di riabilitazione ma dopo pochi giorni è stato costretto a un nuovo ricovero presso il reparto di terapia intensiva del San Raffaele di Milano.

Oggi altre belle notizie: dal letto del reparto di neurochirurgia di Padova, dove è stato trasferito a fine novembre, Alex vede e sente, non parla ancora, anche perché ha un buco nella trachea che presto potrebbero chiudergli, ma il cervello sta recuperando le sue funzioni.

Non è certo la vetta ma almeno siamo ai piedi dell’arrampicata, che è già un risultato insperato. Al resto ci penserà la ‘tigre’, un poco alla volta, un centimetro dopo l’altro, a forza di braccia e cuore, fino al traguardo”, scrive Verdelli.

E allora forza campione, non mollare. Non continuiamo ad aspettarti!

Fonte: Corriere della Sera

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