Thelma Cabrera: la prima donna indigena candidata alla presidenza del Guatemala

Thelma Cabrera Pérez è candidata alla presidenza del Guatemala. Il suo programma punta a garantire i diritti degli indigeni e sconfiggere la corruzione

Thelma Cabrera è una donna indigena candidata alla presidenza del Guatemala, Paese in cui la popolazione è per la maggioranza indigena, ma sistematicamente trascurata.
La donna si impegna per i diritti degli indigeni e contro la corruzione del Paese e spera di causare un turbamento storico nelle elezioni che si terranno in Guatemala la prossima domenica.

La donna che rappresenta gli indigeni in Guatemala

Thelma Cabrera Pérez sta concorrendo per la presidenza del Guatemala, dopo una frenetica campagna elettorale nelle zone rurali del Guatemala. È stata selezionata dai membri del Codeca, la più grande organizzazione campesina del Paese per rappresentare il Movimento per la liberazione dei popoli (MLP), partito politico di nuova formazione.

La 49enne è la seconda persona indigena a candidarsi alla presidenza dopo il premio Nobel per la pace Rigoberta Mench e compete con altri venti candidati alle elezioni che si terranno la prossima domenica. Secondo i sondaggi avrebbe reali possibilità di andare al ballottaggio in agosto.

L’ascesa politica della donna segna un risultato davvero imporante in un momento in cui la fiducia degli elettori è ai minimi storici.

Durante la campagna elettorale Cabrera si è schierata a favore dei diritti indigeni, impegnandosi a sradicare il razzismo e le disuguaglianze della società guatemalteca.

La campagna elettorale è stata caratterizzata da pesanti critiche e insulti a Cabrera da parte dei suoi oppositori, ma la donna ha continuato la sua battaglia al grido di “Yo Elijo Dignidad” (io scelgo la dignità).

Il programma di Thelma Cabrera per i diritti degli indigeni

Tra le proposte della donna, una radicale riforma costituzionale per garantire una rappresentanza equa delle popolazioni indigene, afro-guatemalteche e meticce.

Il programma elettorale di Cabrera include anche l’interruzione dell’espropriazione illegale di terre, la fine dell’immunità per i funzionari eletti, la nazionalizzazione dell’elettricità e il controllo delle dighe e delle licenze minerarie e agricole.

“Non ho chiesto questo ruolo e non l’ho comprato – sono stata eletta dal popolo per questa missione e ho il coraggio di rompere il silenzio come donna Mam”, ha dichiarato Cabrera.
“Sono venuta dal nulla – dalla spazzatura. Per molti anni ho lavorato con le comunità che soffrivano la mancanza di opportunità, salari non dignitosi, migrazioni e violenze provocati da problemi strutturali e corruzione “, ha aggiunto la donna.

In Guatemala, più della metà della popolazione è indigena, eppure nessun governo ha tra le proprie priorità i diritti degli indigeni. Dopo guerra civile terminata nel ‘96, il crimine organizzato e i magnati dell’agricoltura hanno preso il controllo sulla politica e sulla gestione della terra e questo ha portato a elevati tassi di povertà, malnutrizione, analfabetismo ed esclusione sociale tra gli indigeni, che non hanno accesso alla terra.

Si sono così verificate ondate di emigrazione: lo scorso novembre,i guatemaltechi hanno superato i messicani diventando il più grande grande gruppo detenuto al confine con gli Stati Uniti; le regioni da cui proviene la maggior parte dei migranti sono prevalentemente indigene.

Sabato scorso Cabrera ha chiuso la sua campagna elettorale con un evento in cui si respirava un’atmosfera di speranza per il futuro del Paese.
Secondo Andrea Ixchiu, membro del suo team di comunicazione, la Cabrera:

“Ha dato un volto e una voce alla maggioranza esclusa con un progetto politico radicale per distruggere e trasformare lo stato di oppressione. È diversa da tutto ciò che abbiamo visto dagli anni ’40 : questa candidatura è storica”

Tatiana Maselli

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