Il dramma delle spose bambine aumenta con le guerre, lo dimostra lo Yemen (PETIZIONE)

Si può perdere il proprio futuro in una manciata di minuti? La risposta è si, quando i tuoi genitori decidono che 13 anni e a volte anche meno, è l’età giusta per sposarsi con un uomo adulto.

Si può perdere il proprio futuro in una manciata di minuti? La risposta è si, quando i tuoi genitori decidono che 13 anni e a volte anche meno, è l’età giusta per sposarsi con un uomo adulto.

Il numero dei matrimoni precoci è aumentato significativamente con le guerre.

È quanto denuncia Terre des Hommes in un rapporto che analizza il fenomeno che vede protagoniste e allo stesso tempo vittime le spose bambine.

Oltre, dunque, a causare milioni di morti, in Siria, in Giordania, in Libano e in Turchia succede anche che i conflitti aprano la strada ai matrimoni tra bambine e uomini adulti. Sicuramente una delle situazioni più gravi in questo momento è quella dello Yemen.

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Due anni di guerra civile hanno causato l’ estrema povertà nel Paese e sono tante le famiglie che decidono di dare in sposa la propria figlia, ricevendo in cambio un supporto economico.

Bambine, ma a volte anche bambini che non hanno quindi nessun potere di scelta, che sono isolate dalla società, private di un’infanzia normale e spesso vittime di abusi e violenze, tagliate fuori dalla famiglia, dagli amici e dalla scuola.

E anche se in alcuni stati come lo Zimbabwe, dove i matrimoni precoci sono stati vietati, il fenomeno non è per nulla arginato.

Spose bambine: dramma senza fine nello Yemen

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Numeri certi non ce ne sono, ma un report dell’agenzia Irin evidenzia quello che sembra essere un dramma senza fine nello Yemen.

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“In un Paese già povero e ulteriormente impoverito dalla guerra i genitori faticano sempre più a provvedere alle esigenze delle proprie famiglie, diverse interviste condotte dall’agenzia Irin hanno evidenziano come molte di queste abbiano deciso di dare in sposa le proprie figlie prima di quando previsto. Invertendo i progressi fatti negli anni precedenti per sradicare la pratica dei matrimoni precoci”, spiega Terre des Hommes.

Prima della guerra, infatti, secondo dati forniti dalle organizzazioni internazionali, la percentuale delle ragazze yemenite costrette a sposarsi prima dei 18 anni, era diminuita passando dal 52% del 2006 al 32% del 2012 (dato quest’ultimo dell’Unfpa, il fondo delle Nazioni Unite per la popolazione). Adesso però la situazione è nuovamente precipitata.

Spose bambine, la testimonianza di Safà

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Terre des Hommes racconta alcune delle storie di queste spose bambine. Tra loro c’è Safà che aveva appena compiuto 14 anni quando ha lasciato la sua casa Taiz, nel sud dello Yemen, a causa della guerra.

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Prima di sposarsi, le piacevano molto i matrimoni. Nel suo immaginario di bambina c’erano i fuochi d’artificio, i tamburi e tanti dolci.

“Le spose dovrebbero essere felici il giorno del loro matrimonio.Ma io piangevo mentre lasciavo mia madre. Perché sapevo che non avrei potuto realizzare i miei sogni. Il mio futuro sarebbe stato nelle mani di mio marito e non nelle mie”, racconta Safà che oggi ha 16 anni.

Oggi trascorre le sue giornate cucinando, lavando i piatti e aiutando la suocera. Vive in un’aula di una vecchia scuola abbandonata occupata da famiglie di profughi yemeniti come lei. Tuttavia Safà non biasima il ventunenne marito, dice di amarlo e di essere contenta di avere un uomo che può provvedere a lei.

E non biasima nemmeno i suoi genitori: anche suo padre, come lei, avrebbe voluto che le cose andassero diversamente.

Una versione confermata anche dal padre di Safà, il quarantanovenne Abdullah costretto a vendere tutto per poter fuggire assieme alla sua famiglia dalla guerra.

Una volta scappato – si legge ancora nel racconto di Terre des Hommes – ha trovato un nuovo lavoro, ma non bastava nemmeno per sfamare la sua famiglia.

“Ho deciso di dare in sposa mia figlia in modo da poterle dare una vita migliore”, spiega l’uomo.

Prima della guerra aveva promesso a sua figlia Safà di iscriverla a un corso di inglese, ma ora non può più mantenere quella promessa. Giura però che le sue due figlie minori non seguiranno il destino della sorella maggiore:

“Sono disposto anche a chiedere l’elemosina, ma non farò sposare le mie figlie prima che abbiano completato gli studi”.

E la storia di Safà è anche quella di un padre che si tormenta per aver negato alle proprie figlie un futuro di libertà.

Spose bambine, cosa puoi fare tu

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Tutti possono fare qualcosa per dare voce a queste spose bambine: raccontando ad esempio le loro storie sui social media, sensibilizzando l’opinione pubblica a intraprendere azioni di difesa dei diritti umani. Amnesty International ha lanciato la campagna #maipiùsposebambine e una petizione per chiedere ai governi il divieto dei matrimoni forzati e precoci.

Firma qui la petizione

Dominella Trunfio

Photo Credits: © UNICEF/UNI202461/Kassaye

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