Coronavirus: la Spagna sta per diventare il primo Paese europeo a distribuire un reddito di base “universale”

Nadia Calviño, ministra per gli affari economici, ha parlato di un “ingreso mínimo vital” , un reddito minimo vitale da distribuire ai cittadini spagnoli.

La Spagna ha annunciato di voler attuare un reddito minimo vitale per mitigare gli impatti economici del coronavirus sul Paese e sui lavoratori. In questo modo, se il piano dovesse passare, la Spagna diventerebbe la prima nazione in Europa a distribuire un reddito di base “universale”.

È in questo modo, quindi, che il governo spagnolo pensa di stare vicino ai suoi cittadini in un momento complicatissimo dal punto di vista economico, secondo probabilmente soltanto alla grande recessione del 2008.

Delle misure che la Spagna prenderà, però, ancora non si sa nulla di preciso, dato che la proposta è ancora alle fasi iniziali (intanto, secondo gli ultimi dati, la Spagna registra 140.510 contagi e 13.798 decessi).

Quel che pare certo è che Nadia Calviño, ministra per gli affari economici, ha parlato all’emittente La Sexta di un “ingreso mínimo vital” , un reddito minimo vitale, e ha dichiarato che la mossa sarà destinata ad aiutare le famiglie durante la pandemia.

“Il Ministro Escrivá (il ministro della previdenza sociale, ndr), insieme ad altri ministeri, sta coordinando come preparare il reddito minimo vitale, come integrarlo ad altri strumenti e qual è la popolazione target”, ha spiegato Calviño, aggiungendo che si concentreranno “molto sul famiglie, ma differenziando le circostanze” e che vorrà essere un provvedimento “generale e permanente”.

Calviño non ha indicato una data specifica per l’attivazione di questo reddito minimo vitale:

“Il lavoro è complicato e al momento siamo su molti fronti, ma il ministero ci sta lavorando in modo deciso e lo faremo al più presto”, ha continuato la ministra dell’Economia, spiegando che, di fronte alla crisi sanitaria causata da il coronavirus, il governo “sta prendendo una serie di misure in modo che nessuno venga lasciato fuori o lasciato indietro, a cominciare dai lavoratori”.

E in Italia?

In Italia abbiamo già il reddito di cittadinanza, ma avanzano i timori che questa della misura attualmente in vigore non basti a raggiungere le fasce di popolazione più colpite dalla crisi di questo momento, almeno con i criteri e le limitazioni in essere.

Se la priorità è garantire continuità di reddito alle persone, in molti chiedono l’estensione del reddito di cittadinanza, la semplificazione delle misure e la necessità di garantirlo a chiunque si trovi in difficoltà (per esempio modificando i vincoli legati al patrimonio), a prescindere dall’appartenenza a categorie di lavoro o non lavoro.

In queste ore molti sono gli esponenti politici che hanno elaborato la proposta del Rem, il Reddito di Emergenza, ma è tutto ancora in fase decisamente embrionale.

Fonte: La Sexta

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