San Patrizio: la leggenda dell’arcobaleno e della pentola d’oro

Sapete perché oltre al trifoglio anche l'arcobaleno e la pentola d'oro sono simboli della festa più amata dagli irlandesi? Vi raccontiamo la leggenda legata a San Patrizio

Il 17 marzo in Irlanda e in altri Paesi dove è forte la comunità irlandese si celebra San Patrizio. Tutti indossano qualcosa di verde, bevono birra e mettono un mazzolino di trifogli nel taschino. Scopriamo qualcosa di più sul St. Patrick’s Day e sulla leggenda dell’arcobaleno e della pentola d’oro.

Il giorno di San Patrizio in Irlanda è festa nazionale perché il Santo è, appunto, il patrono, anche se, come sappiamo, non era irlandese ma inglese, mentre i genitori erano originari della Scozia. Il vero nome di Patrizio era probabilmente Maewyin Succat, l’altro lo scelse dopo essere stato ordinato sacerdote.

A lui sono legate tantissime leggende, una ad esempio riguarda il trifoglio. Si dice che San Patrizio avesse utilizzato il trifoglio come simbolo della Trinità mentre si trovava in Irlanda per predicare la sua missione; ancora, che fosse stato proprio lui a introdurre l’alfabeto latino in Irlanda.

La cacciata dei serpenti

Tra le leggende più conosciuta c’è quella in cu San Patrizio cacciò in mare tutti i serpenti d’Irlanda quando nel 441 il Santo trascorse 40 giorni e 40 notti sul monte Croagh Padraig. Lo fece scagliando una campana dalle pendici del monte, che ora è una meta sacra di pellegrinaggio per i fedeli. Pare che in Irlanda, in effetti, oggi non ci siano serpenti, ma si ipotizza anche che questi animali non abbiamo mai vissuto sull’isola.

Il pozzo di San Patrizio

Un’altra bella leggenda è quella che vede San Patrizio custode di una grotta senza fondo, il Pozzo di San Patrizio, dalla quale dopo aver visto le pene dell’Inferno, si poteva accedere al Purgatorio giungendo persino ad intravedere il Paradiso. La grotta, murata per volere di Alessandro VI nel 1497, era localizzata su un isolotto del Lough Derg, dove poi venne costruita una chiesa, oggi meta di pellegrinaggio penitenziale per molti fedeli.

La leggenda dell’arcobaleno e della pentola d’oro

La tradizione pagana narra la storia del Leprecauno, il folletto con tradizionale cappello verde, che sarebbe il ciabattino delle fate e il custode del loro immenso tesoro. Si dice che alla comparsa dell’arcobaleno il folletto corra a nascondere l’oro, che viene indicato proprio dall’arcobaleno.

Un’altra versione della stessa leggenda dice che dove finisce un arcobaleno ci sia la pentola piena d’oro di uno gnomo, lì a guardia del suo tesoro. Si narra che il contadino Barry che aveva problemi con la sua fattoria un giorno incontrò un folletto che si lamentava di essere troppo vecchio per salire sulla cima del monte dov’ era custodita la pentola d’oro.

Barry gli offrì il suo aiuto e fu ricompensato dallo gnomo con una parte del tesoro. Il contadino raccontò questa storia al suo vicino che si recò immediatamente sulla montagna per prendere il denaro. Lo gnomo si adirò e fece crollare la fattoria di Barry.

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