L’Olanda è il primo paese europeo ad accusare la Cina di genocidio degli Uiguri musulmani

Il parlamento olandese ha approvato una mozione che condanna gli abusi della Cina contro la minoranza degli Uiguri come atto di genocidio.

I Paesi Bassi sono il primo paese del continente europeo e il secondo paese in una settimana a denunciare la politica cinese nei confronti degli Uiguri musulmani e delle altre minoranze etniche dello Xinjiang come un atto di genocidio, compiuto in violazione delle norme di diritto internazionale.

All’inizio dell’anno, gli Stati Uniti (19 gennaio), seguiti dal Canada (22 febbraio), hanno alimentato un movimento globale di condanna del governo cinese per la sistematica campagna di violenza attuata nella regione autonoma dello Xinjiang, ai danni degli Uiguri musulmani e delle altre minoranze etniche della remota provincia cinese.

Come osservato dall’organizzazione-ombrello internazionale World Uyghur Congress, che promuove i diritti umani degli Uiguri musulmani, le azioni discriminatorie, criminali e illegali del governo cinese sembrerebbero mirare alla completa neutralizzazione della minoranza uigura non solo dal punto di vista fisico, ma anche sul piano religioso, linguistico e culturale:

La mozione olandese

Analogamente al citato caso canadese, lo scorso 25 febbraio il parlamento olandese ha approvato una mozione non vincolante nella quale si afferma che il trattamento riservato ad almeno un milione di Uiguri musulmani, internati in campi di “rieducazione” e sottoposti a presunte torture, sterilizzazioni di massa e indotti aborti delle donne, abusi sessuali e lavori forzati, equivale ad un vero e proprio genocidio.

La mozione chiede quindi al governo cinese di mettere fine a tale genocidio, assumendosi le proprie responsabilità per i crimini commessi in violazione della Risoluzione 260 dell’Assemblea generale dell’ONU (anche nota come Convenzione ONU sul genocidio del 1948). Il partito conservatore (VVD) del primo ministro dimissionario Mark Rutte ha invece votato contro il provvedimento legislativo.

La Cina si difende

L’ambasciata cinese nei Paesi Bassi ha dichiarato di rigettare le accuse e considera l’iniziativa parlamentare olandese come una mossa falsa, tendenziosa e demagogica, perché usata come leva politica in vista delle prossime elezioni legislative olandesi, previste per il 21 marzo.

Nell’affrontare la questione, il partito comunista cinese si è sempre difeso prima negando l’esistenza dei campi, poi affermando che si tratta di campi istituiti a scopo di istruzione ed avviamento professionale.

In particolare, sta rispondendo alle pressioni internazionali con una sistematica campagna di delegittimazione delle donne della minoranza uigura che avrebbero testimoniato di aver subito abusi e violenze sessuali. Una sorta di contro-narrativa del governo centrale, che condanna queste donne in quanto “inferiori” e dannose per la politica di controllo della popolazione della Cina perché etichettate come pericolose “macchine sforna-bambini”.

Fonti: DutchNews.nl/Reuters

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