Aperture domenicali: negozi chiusi 1 domenica su 2 e per le feste. Cosa prevede il decreto

Negozi aperti una domenica su 2 ma chiusi per tutte le festività nazionali. È quanto prevede il decreto sbarcato in commissione Attività produttive alla Camera. Ormai per l'accordo è questione di ore. Ecco cosa prevede la normativa che disciplinerà l'apertura e la chiusura degli esercizi commerciali

Negozi aperti una domenica su 2 ma chiusi per tutte le festività nazionali. È quanto prevede il decreto sbarcato in commissione Attività produttive alla Camera. Ormai per l’accordo è questione di ore. Ecco cosa prevede la normativa che disciplinerà l’apertura e la chiusura degli esercizi commerciali.

Secondo la formulazione definitiva, 26 domeniche su 52 i negozi resteranno aperti, di fatto una su due. Ma per i 12 giorni di festività nazionali è prevista la chiusura, anche se le regioni d’intesa con le amministrazioni comunali, dovranno indicare 4 festività in cui i negozianti potranno tenere aperte le saracinesche.

Discorso diverso per gli esercizi commerciali situati nei centri storici e per i negozi “di vicinato” ossia quelli che non superano i 250 mq di superficie, lontani dal centro. Questi ultimi potranno rimanere aperti tutte le domeniche dell’anno, eccezion fatta per le 12 festività.

Inoltre, sarà assicurata almeno un’apertura mensile ma si potrà raddoppiare il numero in alcuni periodi dell’anno, come durante i saldi.

“E’ una battaglia importante che nasce da un concetto che per noi è sacro: la dignità delle persone viene prima dei guadagni. Invece, le liberalizzazioni selvagge volute dall’allora Governo Monti si sono rivelate fallimentari per l’economia e per la salute dei lavoratori e delle famiglie italiane. Con la nostra proposta di legge, le Regioni avranno ora la possibilità di definire un piano triennale di aperture d’intesa con enti locali e associazioni di categoria. I vantaggi sono diversi: innanzitutto, questo consentira a tutti di poter tenere aperto durante le domeniche di maggior afflusso” dicono Massimiliano De Toma e Rachele Silvestri, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Commissione Attività Produttive alla Camera, che hanno lavorato alla stesura del testo di legge.

Secondo il decreto, inoltre, le 26 domeniche di apertura potranno essere concentrate nel periodo estivo per i negozi situati in zone turistiche di mare, lago o montagna. Multe salate per chi viola la legge: si andrà dai 10 ai 60mila euro e le cifre raddoppierano in caso di recidiva.

Il testo del decreto, a forma di Andrea Dara, è una sorta di via di mezzo tra quanto auspicato dal M5S e Di Maio per i quali i negozi aperti sarebbero stati il 25%, con una sorta di turnazione, mentre Salvini suggeriva un massimo di 8 aperture annue, solo le domeniche di dicembre e altre 4 domeniche o festività negli altri mesi dell’anno.

“Si potrà così garantire e ridare valore al tempo familiare, consegnando a lavoratori e commercianti una qualita’ di vita migliore. Allo stesso tempo, potremo ripopolare quei centri storici che ad oggi sono ad appannaggio della grande distribuzione: le attivita’ presenti nei centri storici e gli esercizi di vicinato infatti sono esentati dall’applicazione di questa norma”, proseguono i deputati. “Non vogliamo che tutti i Negozi siano chiusi la domenica, ma prevediamo piuttosto un sistema di deroghe per fare in modo che tutti possano avere la possibilità di gestire al meglio i loro tempi di apertura e chiusura” proseguono De Toma e Silvestri.

Secondo la Lega ciò servirà a tutelare “sia i lavoratori che le imprese commerciali”.

Il testo definitivo dovrebbe essere portato in aula a febbraio.

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Francesca Mancuso

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