Luciano De Crescenzo: chi vive il tempo in larghezza non invecchia mai

Il 18 luglio di tre anni fa si spegneva Luciano De Crescenzo, il filosofo-ingegnere che insegnava a prendere la vita con filosofia! Divertente e profondo, sapeva parlare di tematiche impegnative con semplicità, appassionando chiunque. Non a caso diceva di essere uno scrittore-divulgatore.

Amatissimo dalla gente, criticato dai luminari della filosofia che lo consideravano troppo pop, De Crescenzo è vivo più che mai nella nostra memoria, il suo ricordo è vibrante come la sua complessa personalità.

Oltre alla passione travolgente per la sua Napoli, una tematica che gli stava particolarmente a cuore era il tempo, di cui parlò anche nel film “32 dicembre“, definendolo bidimensionale, perché lo si può vivere in lunghezza o in larghezza.

Diceva che vivendolo in lunghezza, in modo monotono, l’età anagrafica finisce per corrispondere proprio agli anni trascorsi in vita. Mentre vivendolo in larghezza, non come una linea retta ma come un continuo sali-scendi, anche un sessantenne può avere solo 30 anni. Il problema, spiegava, è che gli uomini anziché studiare come allargare la vita, studiano come allungarla!

Riteneva il tempo una convenzione che “serve solo a sapere che ora è”. E affermava che quando una persona di una certa età sembra molto più giovane, non è una semplice impressione, è la verità.

Del tempo parlò anche nel suo libro “Il Pressapoco” spiegando, tramite la Teoria della relatività di Einstein, che l’intensità del tempo è dimostrabile:

Einstein ci dice che la lancetta del nostro orologio non impiega un secondo esatto a percorrere lo spazio tra due lineette successive, bensì un secondo diviso una certa “roba” che compare sotto la linea della frazione. E più questa roba è alta, più l’orologio impiega un certo tempo a percorrere quel trattino. Nella formula t è il tempo, v è la velocità con cui il lettore sta correndo, c è la velocità della luce. La formula ci dice che il tempo impiegato dalla lancetta è tanto più lento quanto è più alta la velocità con cui il lettore attraversa lo spazio.”

Anche la felicità, affermava, è collegata al tempo e il segreto sta nel vivere il presente senza proiettarsi continuamente nel futuro. Ovvero nel vivere il tempo con intensità.

Un insegnamento prezioso per tutti noi, proiettati spesso nel futuro, assorbiti dalla frenesia della quotidianità, o nostalgici del passato. Impariamo a vivere il presente e se non ci soddisfa, troviamo il coraggio di cambiare. De Crescenzo docet!

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