In Svizzera, l’omofobia diventa reato e sarà punita come il razzismo

In Svizzera, l'omofobia diventa un reato. Al referendum oltre il 63% degli elettori approvata la nuova legge contro le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale. Pena detentiva fino a tre anni

In Svizzera, l’omofobia diventa reato: chiamati ad esprimere il loro parere in un referendum, il 63% degli elettori  ha approvato la nuova legge contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e qualsiasi atteggiamento di incitamento all’odio a parole, per iscritto, immagini o gesti. Sono previste pena detentiva fino a tre anni o una pena pecuniaria.

I voti favorevoli sono stati 1.413.607 in tutta la Confederazione, i contrari 827.360, soprattutto nelle zone rurali della Svizzera centrale e orientale.. La partecipazione si è attestata al 41,2%, in Ticino al 38,9%. Nel Canton Vaud gli elettori che si sono espressi favorevolmente sono stati l’80,2%, a Ginevra il 76,3%, a Zurigo il 63,5%. Solo in tre piccoli cantoni germanofoni del centro e dell’Est del Paese hanno prevalso i ‘no’.

La norma è stata contestata da conservatori e populisti che hanno parlato di attentato ‘alla libertà di espressione’ e di ‘censura’. Festeggia, invece, la comunità Lgbt che adesso ottiene più garanzie e rispetto, ma anche maggiori tutele normative, visto è prevista una pena detentiva fino a tre anni o una pena pecuniaria.

Prima del referendum, la legge puniva solo la discriminazione religiosa o razziale, ma non c’era nessun cenno all’omofobia, adesso le cose cambiano. La legge era stata depositata nel 2013
e approvata in Parlamento nel 2018, ma è stata poi sottoposta a referendum per chiederne appunto la revisione. Da adesso in poi, sarà punito chi denigra pubblicamente o discrimina qualcuno per il solo fatto di essere gay, chi incita l’odio contro una persona gay attraverso testi, parole, immagini o gesti e ancora operatori di ristoranti, cinema e strutture pubbliche che discriminano in base all’orientamento sessuale. La comunità Lgbt si dice soddisfatta del “forte segnale” lanciato dal popolo e vuole cavalcare l’onda del successo per avanzare nuove rivendicazioni, in particolare quella del matrimonio per tutti.

“Oggi, non sono solo i diritti di lesbiche, omosessuali e bisessuali a essere rafforzati, ma quelli di tutte le minoranze. Il risultato è un segnale di fiducia”, ha detto Salome Zimmermann, co-presidente dell’Organizzazione svizzera delle lesbiche (LOS), citata da SWI.

Tra le rivendicazioni della comunità Lgbt oltre il matrimonio civile per tutti, che deve essere la “prossima tappa”, anche la donazione di sperma a coppie lesbiche e la protezione delle persone transgender e intersessuali.

Fonti: SWI

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