Dalla violenza perché albina alla laurea: la storia di Joy Ehikioya ci insegna a non mollare mai, anche quando ci hanno strappato tutto

Non mollate mai, anche quando tutto sembra perduto: la storia di Joy Ehikioya sembra proprio dirci questo. Dalla violenza alla laurea

Non mollate mai, anche quando tutto sembra perduto: la storia di Joy Ehikioya sembra proprio dirci questo. La ragazza, rapita e torturata perché albina, è riuscita a fuggire dalla Nigeria, e, passando per la Libia, è arrivata in Italia, dove si è laureata con una tesi sull’integrazione dei migranti che compiono un lungo viaggio per cercare un futuro migliore.

Un bellissimo post di speranza è apparso sul profilo Istagram di Joy, 23enne con un passato di torture e violenze, che la ritrae sorridente, appena laureata, presso l’Università degli Studi di Trento. La ragazza, con una tesi sull’integrazione dei migranti, ha appena tagliato il traguardo della laurea triennale in Comparative European and International legal studies.

Come riporta il sito dell’Ateneo, Joy è la prima laureata iscritta al Progetto accoglienza richiedenti asilo e rifugiati/e dell’Università di Trento, in particolare al corso ‘Comparative European and International legal studies’, un percorso di studi nuovo che la Facoltà di Giurisprudenza offre interamente in lingua inglese.

Fin da quando è arrivata all’Università di Trento, Joy Ehikioya ha mostrato forte motivazione per lo studio e una grande passione per l’ambito prescelto, quello degli studi giuridici internazionali – commenta la prorettrice Barbara Poggio, che ha seguito la storia di Joy da vicino in questi anni – In poco tempo ha imparato la lingua italiana ed è riuscita a costruire molte relazioni. È una ragazza molto determinata: nei tre anni non soltanto ha ottenuto tutti i crediti richiesti per rimanere nel progetto, ma li ha addirittura superati, laureandosi in corso con ottimi voti in molte discipline. Il percorso di Joy rappresenta un motivo di grande soddisfazione per l’Ateneo e credo possa essere di ispirazione per molti altri studenti e studentesse.

La storia della ragazza è infatti veramente molto triste: ultima di quattro fratelli, in Nigeria non può vivere serenamente perché albina, una condizione che la rendeva esposta a credenze rituali per noi assurde e che infatti l’ha vista vittima di violenze e stupri.

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Le persone albine (così come gli individui di altre specie animali) non producono melanina, il nostro pigmento, o ne producono una quantità insufficiente, a causa dell’assenza completa o di difetti dell’enzima tirosinasi, essenziale per la corretta biosintesi della molecola.

Purtroppo in molti Paesi africani si sono alimentati miti e superstizioni, secondo cui le persone affette da albinismo sarebbero dotate di poteri magici e le parti del loro corpo porterebbero fortuna e successo (ci sono zone del continente, invece, dove gli albini sono considerati portatori di sventura e chiamati zeru zeru, “fantasma”).

Per questo gli sventurati vengono rapiti nelle loro case nel bel mezzo della notte con l’obiettivo di smembrare i loro arti e venderli agli stregoni. La nascita di un albino, in queste zone del mondo, è una tragedia senza fine.

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Così per Joy, che però, dopo torture e violenze indicibili, è riuscita a fuggire dalla Nigeria in Libia, dove è partita alla volta dell’Italia, su uno di quei barconi dove la vita resta sempre appesa a un filo, ma a volte mai come sulle coste dei Paesi di partenza.

Accolta nel nostro Paese come rifugiata, la ragazza ha dato prova di sé, della sua forza e della sua determinazione. Finalista al concorso letterario ‘DImmi storie di migranti’ nel 2019, Joy il 30 settembre 2021 si laurea con ottimi voti. E sì, proprio con una tesi sui migranti che cercano “solo” una vita migliore.

Be the change you want to see’ (‘Sii il cambiamento che vuoi vedere’) si legge sul profilo Instagram della coraggiosa ragazza.

Complimenti Joy e tanti auguri per la tua nuova vita!

Fonti: Joy Ehikioya/Instagram / Università degli Studi di Trento / UniTrento Lettere e Filosofia/Youtube

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