Indigeno Chepang ucciso per aver raccolto lumache in un parco nazionale: la sua tribù sta morendo di fame

Ray Kumar Chepang un ragazzo indigeno è stato ucciso dai soldati per essere entrato nel parco a raccogliere lumache, spinto dalla fame

Ucciso dai soldati per aver raccolto lumache nel Parco nazionale di Chitwan, in Nepal. Parliamo di un indigeno Chepang torturato fino alla morte per essere entrato nel parco senza permesso con l’unica colpa di voler recuperare del cibo per la sua famiglia e la comunità piegata in due dalla fame.

Aveva appena 24 anni e dopo ore di sofferenza, Ray Kumar Chepang è morto per le ferite causate dai soldati che lo hanno picchiato, torturato assieme ad altre quattro persone. Le autorità del parco e i soldati hanno bruciato anche alcune case Chepang e ne hanno distrutte altre, lasciando dieci famiglie senza tetto nella stagione dei monsoni.

I Chepang, noti anche come Chewang, sono un gruppo etnico indigeno tibetano-birmano che abita principalmente nella catena montuosa Mahabharat nel Nepal centrale e sono tra i più vulnerabili del Pianeta.

“Mio figlio è stato picchiato a morte. Ho bisogno di giustizia per questo atto disumano” ha detto Aaitimaya Chepang, la madre del ragazzo. “Il più grande crimine di Raj Kumar è stato quello di non poter vedere la sua famiglia morire di fame e andare a cercare cibo nella giungla”, spiega la donna, come riporta Survival International.

I Chepang stanno soffrendo. Sempre più sfruttati e indeboliti da deforestazione e sfruttamento delle terre ancestrali, non hanno niente da mangiare, così si spingono fino al parco alla ricerca di erbe e qualcosa di commestibile. Una disperazione che Ray Kumar Chepang ha pagato a caro prezzo e con lui anche la comunità. Le famiglie denunciano di non aver avuto neppure la possibilità di recuperare cibo, soldi e documenti essenziali dalle case prima che venissero date alle fiamme.

case indigeni incendiate

© Megh Raj Dhakal/Survival

Uno sfratto violento e forzato, che ha lasciato dieci famiglie senza tetto durante la pandemia globale e la stagione dei monsoni. Secondo Survival, da anni a fianco delle comunità indigene, Birendra Mahato, attivista Tharu, ha condannato sia le uccisioni sia la distruzione delle case dei Chepang e ha chiesto come mai nessuna delle ong internazionali che lavorano nell’area – come il WWF e ZSL – abbiano denunciato queste atrocità. “Dicono di aiutare le comunità ma gli interessano solo gli animali selvatici, non gli importa dei diritti umani delle persone” ha dichiarato.

indigeni case bruciate

© Raju Chaudhary/Survival

“Chiudere un occhio sulle violazioni dei diritti umani non è una novità per le organizzazioni che si occupano di conservazione, in Nepal e in altre parti del mondo”, ha aggiunto Survival. “Quando Shikharam Chaudhary, un uomo Tharu, era stato picchiato a morte dai ranger nel Parco Nazionale di Chitwan nel 2006, il WWF Nepal – ben lontano dal denunciare l’abuso – insistette perché le accuse nei confronti delle guardie fossero ritirate”.

Fonte: Survival International/ The Khatmandu post

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