Ecco come mangiare frutta ci ha reso più intelligenti

Secondo un nuovo studio, mangiare frutta potrebbe essere stato un motore per l'evoluzione del tessuto cerebrale.

Umani esseri intelligenti? Sicuramente sì (ahimè, forse con qualche eccezione), ma il merito non è della socialità che in noi e in alcuni primati avrebbe fatto grande nel vero senso della parola il nostro cervello, ma della dieta e in particolare del consumo di frutta.

A sostenerlo sono i ricercatori dell’Università di New York che in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution, confermerebbero una correlazione tra la dimensione del nostro cervello e la dieta che seguiamo. Secondo le ricerche, chi mangia frutta avrebbe un cervello più grande del 25% rispetto agli erbivori.

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Mangiare frutta, in buona sostanza, potrebbe essere stato un motore per l’evoluzione del tessuto cerebrale.

Secondo la teoria della Ipotesi del cervello sociale la grandezza del cervello sarebbe soltanto legata alla socialità. “Secondo questa teoria – si legge nel paper – la complessità sociale è il motore principale della complessità cognitiva, e le pressioni sociali da ultimo hanno portato all’evoluzione del grande cervello della nostra specie”.

Ma gli studiosi hanno osservato che, se si guarda a determinate misure della socialità diverse dalla grandezza del numero dei membri, come per esempio può essere il numero dei partner sessuali di una specie, la correlazione si perde. È per questo che si è pensato che probabilmente c’è un fattore ambientale ancora più forte che sia motore dell’evoluzione cerebrale. E si tratterebbe del cibo.

Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno comparato i dati relativi alla grandezze del cervello di oltre 140 specie di animali, considerando prima i parametri sociali, poi quelli ambientali e poi le abitudini alimentari. E sarebbero proprio queste a influenzare le dimensioni del cervello e anche in modo significativo: soprattutto chi mangia frutta avrebbe un cervello più grande del 25% rispetto agli erbivori.

Questo fatto ha diverse spiegazioni, ma una delle più importanti è da ricercarsi nella necessità di soddisfare una serie di richieste cognitive, per cui chi si nutre di frutta deve avere un’intelligenza tale da sapere dove cercarla, in che modo aprirla e come estrarne la parte nutritiva.

L’evoluzione del cervello sia dell’essere umano che dei primati non umani è stata guidata soprattutto dall’aumentata efficienza nella capacità di procurarsi cibo, associata a dei cambiamenti che forse hanno fornito le basi per il successivo sviluppo delle abilità sociali”, scrivono gli autori.

Doversi procurare del cibo, dunque, (ma la dieta non è certamente l’unico fattore), ha concesso un importante sviluppo delle capacità e abilità sociali.

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Poi, e questo lo aggiungiamo noi, è ovvio che una dieta sana ed equilibrata, che dia il giusto apporto di tutto, sia necessaria per avere mente lucida e corpo in forma. Va da sé, poi, che il nostro ben dell’intelletto vada in qualche modo sempre allenato e che senso pratico, civiltà e uso costruttivo della nostra “intelligenza” vadano alimentati come piantine al sole.

Germana Carillo

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