ENI condannata a risarcire quasi 3milioni di euro a una sua concorrente per atti di concorrenza sleale “parassitaria”

Il gruppo energetico italiano è stato condannato da un tribunale francese a risarcire la sua concorrente EDF per pratiche commerciali illecite

Il gruppo energetico italiano è stato condannato dal tribunale commerciale di Nanterre, in Francia, a risarcire la sua concorrente EDF per pratiche commerciali illecite

Faceva vendite porta a porta ricorrendo ad atti di concorrenza sleale “parassitaria” : il tribunale commerciale di Nanterre ha colpito duramente e condanna Eni a pagare quasi 3 milioni di euro a EDF.

L’azienda elettrica francese EDF aveva sporto denuncia contro Eni a fine 2020 dopo aver a sua volta ricevuto più di 9mila denunce tra la metà del 2017 e il settembre 2020. EDF ha così accusato Eni di aver “usurpato la sua identità”.

Il gruppo italiano è stato così condannato al pagamento di 2,5 milioni di euro a causa del “danno derivante a EDF da mancati profitti nell’ambito della ‘cattura’ illecita dei propri clienti”.

Questa volta la condanna è severa, all’apice dei danni subiti da EDF, che ha accusato Eni di “usurpare il suo nome”, “manovre televisive che creano confusione negli animi dei consumatori”, “di estendersi al suo soggetto, e tra i suoi propri clienti, informazioni del tutto false, volte ad invogliarli a cambiare fornitore screditandolo”.

Usurpazione, denigrazione e concorrenza sleale “parassitaria”

Preso atto della realtà del danno subito da EDF dal 2017 a seguito delle pratiche illecite di Eni, il tribunale le ha riconosciuto 2,5 milioni di euro, oltre alle spese sostenute per trattare le pretese dei propri clienti a causa delle pratiche illecite di Eni.

Inoltre, il tribunale del commercio condanna Eni a porre fine a qualsiasi atto di usurpazione del nome di EDF e a qualsiasi atto di denigrazione, concorrenza sleale “parassitaria” e confusione nei confronti di EDF, pena una sanzione di 20mila euro per atto registrato.

Resta da vedere se questa sentenza avrà qualche effetto sulle cattive pratiche di propaganda di Eni. Soprattutto perché questo è altamente auspicabile per i consumatori.

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Fonte: QueChoisir

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