In Colombia assassinati 145 attivisti solo nel 2021, per aver difeso ambiente e diritti

La Colombia è ancora lontana dalla difesa dei diritti umani, visto l'alto numero di vittime registrate ogni anno fra gli attivisti

La Colombia è ancora lontana dalla difesa dei diritti umani e dell’ambiente, visto l’alto numero di vittime registrate ogni anno fra gli attivisti: leader indigeni, sindacalisti e rappresentanti delle comunità rurali 

Il 2021 si è chiuso con un altro drammatico bilancio per l’attivismo per i diritti umani in Colombia: solo negli ultimi dodici mesi, infatti, si sono registrati 145 omicidi fra leader delle comunità locali, sindacalisti e difensori dei diritti, a causa dell’imperversare dei combattimenti fra bande armate in tutto il Paese. La maggior parte delle uccisioni è legata a gruppi armati illegali, e per molte delle vittime non è stato ancora arrestato un colpevole.

A rivelarlo l’ufficio della Defensorìa del Pueblo, con le parole di Carlos Camargo:

“le azioni dei gruppi armati illegali contro questa popolazione continuano a essere molto preoccupanti. Ripudiamo questi eventi che si verificano principalmente a causa delle azioni criminali di gruppi armati illegali”, ha aggiunto, in una dichiarazione e in un video pubblicato su Twitter.

Oltre ad essere il più grande produttore di cocaina al mondo, la Colombia è anche uno dei Paesi più violenti e pericolosi per gli attivisti, malgrado la stesura (nel 2016) di un accodo pacificatore con il più grande gruppo di rivoltosi, Forze armate rivoluzionarie della Colombia. Le bande armate, i gruppi criminali e quelli paramilitari di impianto politico (come i gruppi di estrema destra) continuano a farsi la guerra le une con le altre per il controllo dei cartelli della droga e delle risorse naturali, e questo sta generando una vera e propria escalation di violenza sul territorio nazionale.

La maggior parte degli omicidi è avvenuta in aree in cui operano i trafficanti di droga, secondo quanto riferito da fonti governative: i tre dipartimenti di Antioquia, Cauca e Valle del Cauca, corridoi del narcotraffico, sono i principali teatri delle violenze. Ma anche le proteste anti-governative violentemente represse dalle forze di sicurezza colombiane hanno provocato molte vittime (almeno 50) – mentre 32 rappresentanti indigeni, 16 leader di gruppi contadini e 7 sindacalisti sono stati uccisi in maniera violenta. Si tratta di cifre spaventose, ma comunque inferiori a quelle del 2020, quando si sono registrati ben 182 omicidi ai danni di difensori dei diritti civili e capi politici locali.

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Fonte: Defensorìa del Pueblo

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