Capodanno 2011: prima, durante e dopo, ecco i consigli per un cenone davvero green

Alcuni di voi staranno già stilando la lista della spesa. Altri, la conta delle sedie in casa per vedere se ce ne sono abbastanza per far stare tutti gli amici. Altri ancora sono lì che invece stanno raccogliendo le adesioni. Bene. Prima che cominciate a depennare la conta delle cose da fare, vi accompagniamo da oggi alla notte del cenone per assicurarci che anche l’ultimo dell’anno non veniate meno al vostro spirito green.

Alcuni di voi staranno già stilando la lista della spesa. Altri, la conta delle sedie in casa per vedere se ce ne sono abbastanza per far stare tutti gli amici. Altri ancora sono lì che invece stanno raccogliendo le adesioni. Bene. Prima che cominciate a depennare la conta delle cose da fare, vi accompagniamo da oggi alla notte del cenone per assicurarci che anche l’ultimo dell’anno non veniate meno al vostro spirito green.

Innanzitutto prima di uscire di casa con il foglio della spesa in mano, verificate di aver preso con voi un paio di buste di tela (o di altro materiale). Dal primo gennaio, le inquinanti supporter di centinaia di spese saranno eliminate dal mercato. Tanto vale cominciare a non sentirne la mancanza sostituendole in modo adeguato. Inoltre, le cugine in cotone per esempio sono più resistenti, quindi vi consentiranno di evitare di chiedere alla cassa numerose buste.

Prima: la spesa

In occasione di cene abbondanti, il primo pensiero va al grande supermercato. Ampia scelta a poco prezzo. Non c’è dubbio che la convenienza possa essere assicurata ma, a che prezzo? Non è un semplice gioco di parole. Il cenone potrebbe essere quindi un’ottima occasione con la quale far apprezzare ai vostri commensali il piacere delle cose buone da mangiare. Approfittando dei numerosi mercati dei contadini che anche in inverno addobbano le nostre piazze, si potrà tornare a casa, ricolmi del necessario, pagando la giusta cifra che il contadino ha meritato per il suo lavoro.

Nella lista della spesa sarà importante ovviamente inserire prodotti di stagione e limitare l’acquisto di tutti quegli esotici pomi del desiderio che si chiamano noci della California, more del Messico, asparagi del Perù, meloni del Guadalupe, melograni di Israele e fagiolini dell’Egitto. È questa la lista degli intoccabili, emessa da Coldiretti. E ancora ciliegie e pesche del Cile, mirtilli argentini e anguria del Brasile. Per alcuni di questi prodotti, secondo l’associazione degli agricoltori, non ci sono solo problemi di ordine ambientale ma «anche perplessità di carattere sanitario». L’invito è a mangiare mele, pere, kiwi, uva, arance e clementine prodotte in Italia, possibilmente coltivate nei campi più vicini.

Entrando nel cuore delle portate di fine anno, è quasi certo che non potrà mancare il pesce sulle vostre tavole. Molte specie ittiche però sono a rischio di estinzione e magari è bene sapere quali sono le razze sulle quali riflettere prima dell’acquisto. A questo scopo il Wwf ha elaborato una guida che fornisce alcuni dettagliati consigli per gli acquisti. L’idea è che «la preferenza di ciascuno può contribuire a modificare l’attuale tendenza del mercato a un’offerta omologata, che trascura il valore del prodotto locale stagionale, dimentica le tecniche di pesca selettive e si rivolge verso zone di pesca lontane e impoverite». Il vademecum prende in considerazione la provenienza dalle zone di pesca, la disponibilità delle specie, l’impatto sul territorio di origine e le caratteristiche del prelievo.

Sulla base di questi criteri, il Wwf dà il via libera al consumo di gamberetti, ostriche, cozze, sgombri, rombi e totani del Mediterraneo. Invita a prestare attenzione all’impiego di astici, orate, seppie, sogliole, spigole e vongole filippine del Mediterraneo, nonché al salmone dell’Atlantico. E mette il bollino rosso ad anguilla, capasanta, pesce spada, cernia, tonno del Mediterraneo e al tonno rosso sia del Mediterraneo che dell’Atlantico. Ce n’è abbastanza per trovare gustose ricette senza contribuire ulteriormente all’impoverimento dei mari.

Durante: la tavola

Non c’è dubbio poi che anche la scelta del corredo a tavola può incidere sull’impatto ambientale della cena. Anche se può sembrare poco pratico, il set di stoviglie della nonna resta sempre la soluzione. La quantità di detersivo usato per lavarle non sarà paragonabile al peso ambientale delle cugine di plastica. E se proprio non volete rinunciare all’usa e getta, si può sempre optare per le bioplastiche, disponibili nei negozi che vendono prodotti di agricoltura biologica.

Dopo: riciclo (avanzi e rifiuti)

Se alla fine della cena, le stoviglie biodegradabili possono andare a far parte di un compost fertile e quindi essere risorsa ancora viva, allo stesso modo è bene ricordare che anche il cibo prodotto e non consumato nel corso delle vostre cene può continuare ad assolvere il suo ruolo anche dopo essere stato ritirato dalle tavole. I suggerimenti in merito a come riutilizzare gli avanzi sono numerosi e sono tanto più buoni quanto più si affidano alla fantasia dei loro cuochi. Ne ripercorriamo alcuni: come le polpette ricavate dalla carne avanzata, o la frittata di pasta fatta con gli spaghetti avanzati, la pizza rustica con le verdure rimaste in tavola o ancora la più classica panzanella da fare con il pane raffermo. Infine come rinunciare a un’ottima macedonia invernale fatta con la frutta rimasta nel cesto.

Per finire, quando tutti gli ospiti se ne saranno andati e sulla tavola saranno rimasti solo i resti dei festeggiamenti, sarà il momento di prendere qualche sacchetto in più e separare la spazzatura per poter riciclare vetro, plastica e carta dall’organico. Un gesto semplice, con cui completare un cenone dall’impatto ambientale minimo e dal divertimento assicurato. E questo vale anche per il tappo dello spumante!

Pamela Pelatelli

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