Zuzana Caputova: ecco chi è la nuova presidente della Slovacchia che si batte contro i rifiuti tossici

Zuzana Čaputová è il nuovo presidente della Slovacchia. SI tratta della prima donna a ricoprire la carica nel paese. Il mondo ambientalista gioisce. Zuzana infatti è nota per le sue vincenti battaglie contro i rifiuti tossici. Ciò le è valso anche il Goldman Environmental Prize 2016, il Nobel per l’ambiente

Zuzana Čaputová è il nuovo presidente della Slovacchia. SI tratta della prima donna a ricoprire la carica nel paese. Il mondo ambientalista gioisce. Zuzana infatti è nota per le sue vincenti battaglie contro i rifiuti tossici. Ciò le è valso anche il Goldman Environmental Prize 2016, il Nobel per l’ambiente.

L’avvocatessa Čaputová ha vinto il primo turno, a metà marzo con il 40,57% dei voti battendo Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione europea per l’Unione dell’energia e il clima (18,66%), Stefan Harabin, giudice della corte suprema (14,15%) e Marian Kotleba, esponente dell’estrema destra. Al secondo, il 30 marzo, ha sbaragliato il suo avversario, Maroš Šefčovič, ottenendo il 58% dei voti contro il 42%.

Una vita spesa per l’ambiente

La discarica di rifiuti tossici stava avvelenando la terra, l’aria e l’acqua della sua comunità quando Čaputová ha capito che doveva assolutamente fare qualcosa per la città in cui viveva, Pezinok, nella Slovacchia occidentale. Una città bellissima, immersa nel verde, ma funestata da tante troppe morti sospette: cancro, malattie respiratorie, allergie e numerosi casi di leucemia.

Dal 1960, infatti, il paese ospitava una discarica di rifiuti provenienti da tutta l’Europa occidentale, realizzata senza permessi né misure di sicurezza. Nulla che salvaguardasse i cittadini e il suolo dalle sostanze chimiche tossiche disperse dalle ingenti quantità di rifiuti.

Ma non solo. Una volta raggiunta la massima capacità di contenimento, le autorità regionali avevano deciso di realizzarne un’altra, nonostante ci fosse un’ordinanza del 2002 che lo vietasse.

Zuzana Čaputová abitava proprio a due passi. Dopo la diagnosi di cancro per lo zio e la moglie di un collega e numerosi altri casi, l’avvocato decise di dover agire riunendo artisti, imprese, produttori di vino visto che l’economia della città si basa sulla viticoltura e ha cominciato a protestare per impedire la realizzazione della nuova discarica.

E c’è riuscita sensibilizzando l’opinione pubblica e ponendosi a capo di un movimento popolare, trasformatosi poi nella più grande mobilitazione del Paese dopo la Rivoluzione di Velluto. Lo ha fatto non con la violenza ma grazie a mostre fotografiche, concerti e manifestazioni pacifiche. Per questo, nel 2016 ha vinto il premio Goldman.

Una rivoluzione verde e gentile, che ha condotto Zuzana alla guida del Paese. “Sono felice non soltanto per la vittoria ma soprattutto per il modo in cui è avvenuta” ha scritto su Facebook subito dopo l’elezione.

Buon lavoro Zuzana!

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Francesca Mancuso

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