La coinvolgente danza del preside e dei suoi alunni per dire stop a smartphone e videogiochi

Basta smartphone e videogiochi: un preside cinese fa ballare gli alunni della sua scuola per allenarli e distrarli dal continuo uso di dispositivi elettronici. L’iniziativa, diffusa dalla stampa locale, ha raccolto consensi e il video del ballo è diventato virale

Basta smartphone e videogiochi: un preside cinese fa ballare gli alunni della sua scuola per allenarli e distrarli dal continuo uso di dispositivi elettronici. L’iniziativa, diffusa dalla stampa locale, ha raccolto consensi e il video del ballo è diventato virale.

Ormai si sa: smartphone, tablet e videogiochi fanno parte della “dote” di tutti i giovani del mondo “sviluppato” e la Cina non è da meno. Così, preoccupato insieme ad insegnanti e genitori dell’inattività dei ragazzi, che si rivolgono troppo al virtuale per lo svago, Zhang Pengfei, preside della scuola elementare Xi Guan nel nord della Cina, ha introdotto 30 minuti quotidiani di danza per tutti gli allievi, circa 700.

La decisione di Pengfei, tra l’altro, è molto di più che una misura originale, potremmo dire che è coraggiosa. Per renderla attuativa, infatti, il dirigente scolastico ha volutamente disatteso una legge governativa, che impone la pratica della calistenìa, insieme di discipline sportive non ancora codificate, simili al fitness e alla ginnastica. A parer suo, evidentemente, non adatta a distrarre i giovani dall’intenso uso di dispositivi elettronici.

Sono ormai anni che ricercatori di diverse discipline lanciano un allarme: bambini e adolescenti rischiano vere dipendenze da smartphone e tablet, e in alcuni casi il rischio si è concretizzato, soprattutto in Cina che, sia per un fatto puramente statistico visto l’incredibile numero di abitanti, sia per lo “slancio economico” del Paese relativamente recente, deve necessariamente correre ai ripari.

Per questo i medici cinesi considerano questo fenomeno un vero e proprio disturbo clinico e hanno creato centri di riabilitazione per i ragazzi, che devono seguire mesi di terapia completamente isolati da internet e videogiochi. L’efficacia di questa terapia però è ancora tutta da dimostrare.

E comunque il preoccupante fenomeno non riguarda di certo soltanto il grande Paese asiatico. L’American Academy of Pediatrics basandosi su uno studio della Kaiser Family Foundation ha rilevato che già nel 2010 i bambini tra gli 8 e i 10 anni trascorrevano in media quasi 8 ore al giorno davanti al computer e alla televisione. Per i bambini più grandi e gli adolescenti si sale ad 11 ore al giorno. Troppo, veramente troppo.

E non è solo perché intristisce vedere i giovani attaccati ad un videogioco invece che a giocare insieme. Il problema è reale e può provocare disturbi fisici da non sottovalutare, oltre a inibire le capacità relazionali che si sviluppano da piccoli e che saranno fondamentali da grandi per una vita sana a livello personale e lavorativo.

30 minuti giornalieri di danza a scuola risolveranno il problema? Probabilmente da soli no, ma è un segnale di reazione positivo che infatti ha raccolto consensi.

E che però non può e non deve restare isolato.

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