Aleppo: tregua ed evacuazione dei civili. Ma si spara sui convogli

Dalla mezzanotte italiana è iniziata la tregua ad Aleppo, la città siriana è di nuovo nelle mani di Assad, con l’appoggio di Mosca. Tutto pronto per l’evacuazione della parte est, ma i filogovernativi sparano sui convogli.

Dalla mezzanotte italiana è iniziata la tregua ad Aleppo, la città siriana è di nuovo nelle mani di Assad, con l’appoggio di Mosca. Tutto pronto per l’evacuazione della parte est, ma i filogovernativi sparano sui convogli.

Già da questa notte, secondo Al Jazeera, il primo convoglio di malati e feriti ha lasciato Aleppo est, fonti mediche e l’agenzia turca Anadolu, informano che le forze governative avrebbero sparato uccidendo una persona e ferendone quattro.

Oltre 4mila il numero di coloro che dovrebbero essere evacuati nella giornata di oggi. Il ministro della Difesa russo annuncia che è pronto anche il transito dei capi dei miliziani attraverso un corridoio aperto verso Idlib.

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Nel frattempo la televisione di Stato siriana mostra 20 autobus e 10 autoambulanze pronte, la situazione è monitorata da droni e altri sistemi di sicurezza e sorveglianza messi in campo dalla task force russa.

evacuazione siria

L’accordo è stato raggiunto dopo il fallimento del precedente mediato da Russia e Turchia, sfumato perché era stata disattesa la tregua. In quell’occasione Mosca aveva accusato i ribelli di aver ripreso i combattimenti, mentre gli insorti avevano puntato il dito contro le milizie sciite sostenute dall’Iran, che combattono al fianco delle forze lealiste.

evacuazione siria2
In queste ore è in corso l’evacuazione. La Turchia si è detta pronta ad accogliere i civili in fuga, si parla di oltre 50mila persone pronte a lasciare Aleppo.
Nel frattempo arrivano anche le parole di Malala, l’attivista pakistana, postate su Fb con la foto di Bana Alabed, la bambina di sette anni diventata il simbolo della lotta siriana.
“Oggi mi sento come se stessi guardando al passato, quello peggiore, che si ripete. Quando guardo alla Siria, vedo il genocidio del Ruanda. Quando leggo le parole disperate di Bana Alabed da Aleppo, vedo Anne Frank ad Amsterdam.
La storia ci ha già mostrato la sofferenza di questi bambini, abbiamo sempre detto che li avremmo aiutati se fossimo stati lì. Ma la storia non cade dal cielo, siamo noi che la facciamo. Dobbiamo agire. Il regime siriano deve consentire un passaggio sicuro alle persone che vogliono lasciare la città e permettere agli operatori umanitari di salvare tutte le vite che possono. Possa Dio essere con i bambini di Aleppo, anche se i nostri leader mondiali non lo sono”.

Dominella Trunfio

Foto: AFP

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