Nel 2100 saremo in 11 miliardi di persone

Alla fine del secolo la Terra sarà popolata da 11 miliardi di persone. E' questo lo spaventoso scenario demografico prospettato per il 2100 da uno studio appena pubblicato condotto dal team del Prof. Adrian Raftery, presso l'Università di Washington. Una cifra spaventosa: quasi il 70% di persone in più di

Alla fine del secolo la Terra sarà popolata da 11 miliardi di persone. È questo lo spaventoso scenario demografico prospettato per il 2100 da uno studio appena pubblicato condotto dal team del Prof. Adrian Raftery, presso l’Università di Washington. Una cifra spaventosa: quasi il 70% di persone in più.

Le precedenti ricerche inizialmente stimavano una crescita demografica compresa tra 7 e 16 miliardi nel 2100, ma è sembrata così elevata che è stata considerata poco significativa. Il nuovo lavoro intrapreso invece registra dati più convincenti di impennata demografica tra 9,6 e 12,3 miliardi di persone nel 2100, dimostrando quindi che il picco di popolazione sarà in media di 11 miliardi di persone entro gli inizi del 22° secolo.

Se le ricerche precedenti stimavano il picco demografico nel 2050, con questa nuova previsione la situazione appare decisamente più lontana, ma allo stesso tempo più importante e gravosa tanto che a livello politico internazionale meriterebbe una considerevole attenzione. Infatti, il numero degli abitanti del Pianeta è alla base di tutta una serie di problematiche e questioni mondiali. La rapida crescita demografica, infatti, può rendere vani gli sforzi nei confronti di lotta alla fame, all’inquinamento, alla criminalità e alla convivenza tra popoli, costretti a contendersi risorse sempre più limitate.

Basti pensare solo che la crescita più rapida a livello globale la si riscontra nell’Africa Sub-sahariana, per la quale si prevede un incremento nel 2100 da 1 miliardo a 3,5/5 miliardi di persone. Un’enormità!

Un esempio specifico? In Nigeria si stima che i suoi abitanti passeranno dai 200 milioni ai 900 milioni nel 2100. C’è da considerare anche che in questo paese la media è di circa 6 figli per donna. Se nel 1980 si è registrato un calo dei tassi di fertilità in molti paesi africani, supponendo che potesse perpetuarsi nel tempo, ora invece si riscontrano tassi di natalità elevati.

Ma quali sono i fattori che si oppongono ad un controllo nella crescita demografica? Secondo il prof . Raftery, in queste aree del mondo la contraccezione non è sentita come una necessità e vi è una costante preferenza ad avere famiglie numerose. Anche il basso livello di istruzione, soprattutto a livello femminile è alla base di una scarsa attenzione alla contraccezione.

Come fa notare Wolfgang Lutz, direttore dell’Istituto di Demografia di Vienna, infatti, l’istruzione è fondamentale per ridurre i tassi di natalità e per portare prosperità nello stesso tempo. L’istruzione femminile, in particolare, renderebbe le donne più libere di scegliere e di decidere il loro futuro. È per questo che per attuare buone politiche demografiche occorre tenere conto oltre che del numero delle persone, anche del loro livello di istruzione e della loro salute.

Le epidemie di HIV/AIDS che 20 anni fa erano devastanti per la popolazione, ora non riescono a contenerla in quanto i farmaci antivirali sono molto più accessibili e di conseguenza lo stesso rischio di contagio fa molta meno paura.

overpopulation

Di contro, nei Paesi cosiddetti a tassi di natalità zero come Stati Uniti, Europa e Giappone, si assiste sempre più prepotentemente al problema del numero crescente di persone anziane da mantenere. Un problema che tra qualche decennio diventerà sentito anche dai Paesi emergenti come Brasile, Cina e India, nonostante oggi sia ancora alto il numero di persone giovani in età lavorativa per anziano.

Non sappiamo se questa stima si materializzerà o meno nel 2100. La cosa certa è che oggi siamo già oltre 7 milioni di abitanti e la Terra è già al collasso: sfruttiamo nel complesso più risorse di quante ne avremmo a disposizione e sono miliardi le persone che soffrono fame e sete. Ci vorrebbero già da adesso più di due Pianeti per soddisfare i bisogni di tutti. Ma di Terra ne abbiamo una sola e dobbiamo correre ai ripari per permettere di godere delle sue bellezze anche alle prossime generazioni.

Cristiana Priore

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