Ridurre l’impatto ambientale di uno stadio già esistente si può

Il mondo del pallone che pensa alla sostenibilità ambientale? Qualche anno fa nessuno ci avrebbe scommesso neppure un centesimo eppure anche il calcio negli ultimi tempi si è adeguato. In Italia al momento si è fermi alle parole, ma da qui a poco si potrebbe passare ai fatti.

Il mondo del pallone che pensa alla sostenibilità ambientale? Qualche anno fa nessuno ci avrebbe scommesso neppure un centesimo eppure anche il calcio negli ultimi tempi si è adeguato. In Italia al momento si è fermi alle parole, ma da qui a poco si potrebbe passare ai fatti.

È il caso dello stadio Armando Picchi di Livorno che, come abbiamo visto nel nostro articolo sugli stadi ecologici, nel prossimo futuro vedrà una parte del suo fabbisogno energetico alimentato da pannelli fotovoltaici o il caso del nuovo stadio di Torino, che verrà realizzato riutilizzando le fondamenta e i materiali di quello vecchio arrivando così durante la realizzazione a risparmiare molto e ad inquinare decisamente meno. Per non parlare poi delle grandi ambizioni ecoarchitettoniche promesse dallo Stadio Franco Sensi a Roma.

Intanto all’estero ai fatti ci sono già passati: basti citare l’Olympiastadion di Berlino, che vanta un sistema di irrigazione realizzato con l’acqua piovana o a due stadi inglesi da poco resi più sostenibili. Gli stadi in questione sono quello dell’Arsenal e l’Ashton Gate di Bristol. Qui, per migliorare l’efficienza energetica e ridurre così l’impatto, ha operato la McKinnon & Clarke, una società di consulenza di cui vi avevamo già parlato con un’intervista a Peter Dippel, General Manager per l’Italia e la Svizzera.

Questi due stadi sono un valido esempio di come si possano coniugare con successo sport e l’ecosostenibilità. Ci spiega Peter Dippel che “il rapporto con l’Arsenal è stato avviato ad aprile 2009 e ha già dato i suoi primi frutti concreti. L’avvio della collaborazione con il Bristol City Football Club risale invece a 12 anni fa, quando il management della squadra ci chiese una consulenza con l’obiettivo di analizzare i loro livelli di consumo e di studiare un migliore impiego delle risorse energetiche”.

Nei primi mesi del 2009 ci siamo resi conto che avremmo potuto e dovuto razionalizzare l’approvvigionamento energetico, per questo motivo abbiamo scelto di affidare totalmente la gestione delle operazioni in questo ambito a McKinnon & Clarke”, ha commentato John Beatie, Arsenal Stadium Manager. Ciò si è tradotto in un risparmio immediato sia in termini economici sia in termini di risorse: la riduzione drastica degli sprechi ha infatti permesso di diminuire la spesa annua inerente l’utilizzo di corrente elettrica di ben 700,000 sterline. Per ottenere questo importante risultato è stato necessario effettuare analisi mirate che hanno preso in esame la tipologia di contratto in essere e l’effettivo fabbisogno energetico dell’impianto.

Per lo stadio di Bristol gli esperti di McKinnon & Clarke hanno realizzato invece uno studio volto ad individuare soprattutto un’ottimizzazione del consumo di acqua, riuscendo a consigliare un utilizzo più efficace, che fosse in grado di soddisfare le esigenze dell’impianto, di ridurre gli sprechi e preservare allo stesso tempo le risorse idriche disponibili. “Siamo molto soddisfatti dalla professionalità con cui i consulenti di McKinnon & Clarke hanno saputo supportarci in questa sfida e dall’impegno costante nel mantenere e monitorare i risultati raggiunti nel corso del tempo” ha dichiarato Dave Lewis, Ashton Gate Stadium Manager.

La cosa che sorprende e fa ben sperare è che questi risultati sono stati ottenuti su impianti già esistenti, sfatando così il mito per cui è difficile recuperare e razionalizzare il consumo energetico di strutture già in piedi.

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