Nel “Trionfo di Galatea” di Raffaello scoperto il più antico pigmento di origine non naturale

Identificato la presenza di “blu egizio”, uno dei più antichi pigmenti di origine non naturale messi a punto nella storia dell’umanità

Una scoperta sensazionale è rimasta segreta per secoli nell’affresco di Raffaello “Il trionfo di Galatea”, che si trova a Villa Farnesina a Roma. Al suo interno, infatti, è stato identificato la presenza di “blu egizio”, uno dei più antichi pigmenti di origine non naturale messi a punto nella storia dell’umanità.

Frutto del lavoro di un team composto da tecnici ENEA, IRET-CNR, Laboratorio di Diagnostica per i Beni Culturali di Spoleto, XGLab-Bruker e coordinato da Antonio Sgamellotti dell’Accademia Nazionale dei Lincei, la scoperta è il fulcro della mostra “Raffaello in Villa Farnesina: Galatea e Psiche” allestita all’interno della stessa Villa Farnesina fino al 6 gennaio 2021, nell’ambito delle celebrazioni per il V centenario della morte dell’artista urbinate.

. “In passato abbiamo già effettuato campagne di indagini XRF in modalità a punti, ovvero attraverso una scansione della superficie degli affreschi con un sistema opportunamente costruito, sia sulla Galatea che sugli affreschi della Loggia di Psiche. Nella recente occasione, oltre a queste, i nostri tecnici, insieme al personale restauratore, hanno riesaminato i rilievi delle giornate esecutive e della tecnica pittorica, rilevando significative differenze rispetto a quanto sinora noto e pubblicato”, spiega il ricercatore ENEA Claudio Seccaroni del Laboratorio Materiali e processi chimico-fisici.

Il pigmento rintracciato nell’affresco di Raffaello costituiva il principale – se non l’unico – colore azzurro utilizzato nell’antichità classica e preclassica e deriva dalla metallurgia del rame. Nel Medioevo il suo utilizzo diminuì fino a scomparire, per poi riprendere sporadicamente nel Rinascimento. L’identificazione del blu egizio sulla Galatea di Raffaello, l’opera più antica del ‘500 dove è stato rintracciato, potrebbe rappresentare un tassello essenziale per comprendere i motivi del suo revival in epoca rinascimentale.

“Certo è che Raffaello in quest’opera si è fortemente ispirato all’antichità greco-romana e i dati sperimentali sottolineano che quest’ispirazione ha interessato anche i materiali utilizzati e non solo gli aspetti stilistici della composizione”, conclude Seccaroni.

Fonte: Enea

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