La scrittura a mano rischia di scomparire. L’allarme dell’Accademia della Crusca

L'Accademia della Crusca invita a riflettere sull'importanza della scrittura a mano, competenza che rischia di scomparire

Scrivere a mano è un’arte affascinante, un’abitudine comune che oggi però rischia di scomparire, ai tempi in cui pc e tablet la fanno da padroni. Si tratterebbe di una perdita molto rilevante per tutti noi e non solo in termini estetici. A lanciare l’allarme è l’Accademia della Crusca.

Ci siamo un po’ troppo abituati a scrivere al pc e spesso dimentichiamo invece che sono tanti i benefici di scrivere a mano, un allenamento importante anche per i più piccoli che, sempre più spesso, hanno difficoltà con la grafia. È l’Accademia della Crusca, e in particolare Rosario Coluccia, uno dei suoi accademici, storico della lingua italiana e filologo, a ricordarci in un articolo l’importanza della scrittura a mano.

Come si legge, oggi stiamo perdendo questa competenza e, purtroppo, lo testimoniano i bambini e i ragazzi:

“Da anni gli insegnanti della scuola primaria e media segnalano la crescente difficoltà dei loro allievi a scrivere manualmente. Nei testi redatti a mano i caratteri appaiono incerti e disallineati, con parole mal disposte sul rigo, con i tratti delle singole lettere a volte difficili da decifrare, con vacillanti legamenti tra una lettera e l’altra, con incongrui miscugli di stili e di caratteri nelle stesse parole o nella stessa sequenza di parole: corsivo e stampatello, maiuscolo e minuscolo. Non vale solo per i bambini delle elementari o al massimo delle medie. La difficoltà di scrivere a mano è presente in adolescenti delle scuole secondarie superiori e coinvolge in maniera preoccupante i giovani universitari. Spesso gli scritti manuali degli studenti medi e universitari rasentano l’indecifrabilità, con pensieri sconclusionati, in una forma che non rispetta gli standard minimi di coerenza e coesione”.

Si potrebbe pensare che si tratti solo di un fattore estetico di poco conto ma non è così. Come spiega bene il professor Coluccia, vi è uno stretto collegamento tra scrittura ordinata e ben leggibile e connessione neuro-cerebrale. Insomma, pensiero e manualità devono andare di pari passo.

Non si tratta di demonizzare l’uso di pc o tablet ma:

“Diciamolo in maniera esplicita. La scrittura a mano non può essere sostituita dalla scrittura su tastiera, sono entrambe utili perché assolvono a funzioni diverse. Nel mondo occidentale bambini e ragazzi sono fortemente sedentarizzati; alcuni non sanno abbottonarsi i vestisti o allacciarsi le scarpe (sono in gran voga scarpe senza lacci, definite “a strappo” o “con strappi”; praticissime, assicura la pubblicità, e crescono le vendite delle scarpe a strappo); altri non sanno lavarsi i denti da soli; altri non riescono a fare operazioni semplici (tracciare cerchi e rettangoli con l’aiuto di compasso e di righello) o addirittura attività semplicissime (ridurre un foglio di carta in segmenti più piccoli tendenzialmente uguali). E, nello stesso tempo, mostrano carenze espressive e linguistiche. Redigere testi scritti in maniera chiara e ordinata è un eccellente allenamento cerebrale“.

Le implicazioni sono davvero molte e perdere la capacità di scrivere bene a mano si ripercuote anche in altri aspetti e competenze. Avete mai pensato, ad esempio, a cosa “perdiamo” utilizzando la funzione “copia e incolla” sul nostro pc?

“Il ricorso ossessivo alla funzione ‘copia e incolla’ riduce la necessità di sviluppare una linea argomentativa coerente” scrive l’accademico.

Infatti, questa funzione inventata nel 1973 da Lawrence Gordon Tesler, ricercatore della Xerox a Palo Alto:

“ha avuto una portata dirompente, ha influito sulle strutture mentali di chi elabora un testo, ha cambiato la maniera di pensare e di fare ricerca, trasformando il modo in cui oggi vengono percepiti la organicità di un testo e concetti quali la ripetizione e il plagio. Prima che esistesse il “copia e incolla”, appropriarsi di un testo altrui e includerlo nel proprio (operazione dolosa) richiedeva la riscrittura a mano o a macchina del brano copiato e comportava almeno un certo impegno intellettuale: non era possibile riscrivere qualcosa senza comprenderlo abbastanza profondamente. Oggi non è così”.

In pratica, oggi possiamo copiare senza nemmeno sforzarci di capire affondo il significato di ciò che copiamo.

Va da sé che bisogna assolutamente recuperare quanto si sta perdendo e un obiettivo importante, “anzi importantissimo”, sottolinea Coluccia, è proprio riscoprire la scrittura a mano e incoraggiarla in particolare nelle scuole, in questo modo si sostiene anche la lingua italiana, lo studio e la conoscenza in generale.

“Il recupero della scrittura a mano merita grande attenzione, senza demonizzare pc, tablet e smartphone che devono affiancare, non sostituire, la modalità tradizionale di scrittura. Vecchio e nuovo possono convivere, non sono in contrasto, l’uno non esclude l’altro. Accostiamoci al nuovo senza rinunziare al vecchio, è questa la sfida”.

Per fare questo, di recente è stata anche lanciata una petizione indirizzata alla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, dal titolo “Promuoviamo la bellezza della scrittura a mano“, lo spunto da cui parte tutta la riflessione.

Riprendiamo dunque a scrivere a mano e facciamo vedere che è possibile (ed è bello) utilizzare carta e penna anche ai nostri figli. Questo non significa affatto che dobbiamo rinunciare alle opportunità offerte dal digitale.

Fonte: Accademia della Crusca

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