2021: un anno di incredibili scoperte archeologiche!

Ora che l’anno sta per concludersi, facciamo un bilancio (in positivo!) delle più incredibili scoperte archeologiche avvenute nel 2021

Ora che l’anno sta per concludersi, facciamo un bilancio (in positivo!) delle più incredibili scoperte archeologiche avvenute nel 2021 – molte delle quali in Italia

L’anno appena trascorso è stato ricchissimo dal punto di vista delle scoperte archeologiche: monili e manufatti creati dall’uomo, tombe e monumenti sepolcrali, resti umani antichissimi hanno illuminato passi della storia dell’umanità finora ancora nascosti dall’ombra, dando a noi e agli archeologi la possibilità di comprendere meglio il nostro passato. È impossibile elencarle tutte, pertanto ci limiteremo a menzionare solo quelle più importanti – molte delle quali avvenute nel nostro Paese. 

La più importante scoperta dell’anno è certamente il ritrovamento della città d’oro perduta – Luxor, in Egitto, fondata dal faraone Amenhotep III (che governò tra il 1391 e il 1353 a.C.) più di 3000 anni fa. Considerata la “più grande città mai trovata in Egitto”, Luxor è tornata alla luce grazie al prezioso lavoro di un team di archeologi locali, guidato dal professore Zahi Hawass. Gli scavi sono iniziati nel settembre 2020 e hanno permesso di individuare i diversi “quartieri” della città e anche alcuni negozi, come un panificio e un’officina di ceramiche. Scoperta inoltre l’area amministrativa residenziale, caratterizzata da edifici più ampi e ben disposti, circondata da un muro a zig-zag con un unico ingresso che immette nei corridoi interni e nelle zone residenziali. Infine, rinvenuto anche il cimitero cittadino (nell’area nord), dove sono state trovate diverse tombe simili a quelle della Valle dei Re e della Valle dei Nobili.

Anche le nostre Pompei ed Ercolano hanno restituito reperti archeologici dal valore inestimabile. Solo all’inizio dell’anno, negli scavi della villa di Civita Giuliana a Pompei è stato annunciato il ritrovamento di uno straordinario carro da parata decorato con scene erotiche, perfettamente intatto, all’interno di un portico a due piani aperto su una corte scoperta, che conserva in tutta la sua interezza il solaio ligneo carbonizzato con il suo ordito di travi.

Il ritrovamento è ancor più straordinario se si pensa alle eccezionali condizioni di conservazione del reperto, risparmiato miracolosamente sia dai crolli delle murature e delle coperture dell’ambiente sia dalle attività clandestine dei ladri di tesori antichi. Sempre a Pompei, lo scorso novembre, scoperta una stanza degli schiavi perfettamente conservata dove, oltre alle pareti, sono stati ritrovati anche oggetti probabilmente appartenuti ad una piccola famiglia di stallieri.

Questo ritrovamento è particolarmente significativo per le indagini storiche, poiché offre uno spaccato straordinario su una parte del mondo antico – ovvero quello della manovalanza degli schiavi – che normalmente rimane all’oscuro. Ad Ercolano, invece, il ritrovamento di uno scheletro di un uomo in fuga dalla lava del Vesuvio ha restituito agli archeologi importanti dettagli sulla tragica eruzione del 79 d.C.: si tratta di un uomo di circa 40 anni dall’identità misteriosa, rinvenuto nei pressi della spiaggia e con la testa rivolta alla città – probabilmente nel disperato tentativo di avere salva la vita.

Dall’Italia arrivano altre due incredibili scoperte archeologiche, risalenti a due periodi diversi della storia dell’umanità. Ad Isernia, nel corso dei lavori per il crollo di una porzione di muro di via Occidentale, gli operai hanno casualmente riportato alla luce testa marmorea dell’imperatore Augusto – a testimonianza del passato romano del capoluogo del Molise: la città, infatti fu colonia romana e conserva ancora tracce di varie infrastrutture di epoca romana, fra cui un acquedotto risalente a 2.000 anni fa. 

In una grotta in provincia di Savona, scoperta invece la tomba di una bambina piccolissima (quaranta giorni appena) risalente al primo periodo del Mesolitico – circa 10.000 anni fa: la piccola è stata sepolta insieme ad un ricco corredo funebre composto da perline, ciondoli e persino un artiglio di gufo reale – a dimostrazione dell’importanza per la comunità anche di un membro così giovane. La scoperta è ancora più incredibile se si pensa che la piccola (ribattezzata Neve dagli archeologi) è stata identificata come la più antica sepoltura infantile d’Europa.

Infine, solo qualche giorno fa è stato annunciato il ritrovamento di un embrione di dinosauro (appartenente alla specie degli oviraptosauri) risalente a più di 70 milioni di anni fa e “dimenticato” per dieci anni nei sotterranei del Museo di Storia Naturale di Yingliang Stone a Nan’an, in Cina: l’embrione, lungo ben 24 centimetri, si trova in un uovo preistorico lungo 17 centimetri e largo 8, arrotolato con la testa infilata nel corpo in modo molto simile a quello degli odierni uccelli. Infatti, grazie a questo embrione gli archeologi hanno potuto osservare che anche i dinosauri adottavano una postura “di difesa” prima che l’uovo si schiudesse: se in un primo momento si era immaginato che questa postura fosse nata con gli uccelli moderni, ora sappiamo che è un retaggio degli antenati dinosauri.

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