Perché amiamo così tanto la musica? Agisce sul cervello come l’alcol e il buon cibo

La musica, da sempre linguaggio universale, ha un enorme potere sulle nostre emozioni, ma perché ne siamo così attratti?

La musica, da sempre linguaggio universale, ha un enorme potere sulle nostre emozioni, ma perché ne siamo così attratti? Che “corde” del nostro cervello va a toccare?

La musica ha da sempre un effetto positivo sulla mente umana. Non a caso è spesso utilizzata anche come terapia. Un linguaggio universale che riesce a modificare l’umore, regolare lo stress e “toccare” corde profonde. Ma come agisce sul nostro cervello?

Proprio come quando gustiamo il nostro piatto preferito o ci godiamo una chiacchierata con gli amici, anche quando ascoltiamo della buona musica proviamo gratificazione, piacere. Ma perché accade questo? Finalmente uno studio sperimentale, condotto dal team del professor Ernest Mas-Herrero e pubblicato dalla rivista scientifica JNeurosci, prova a dare fondamento scientifico a questa connessione fra ascolto della musica e meccanismi di gratificazione a livello cerebrale.

musica e cervello

@Mas-Herrero et al., JNeurosci 2021

Utilizzando la tecnica del neuroimaging, disciplina relativamente nuova nel campo delle scienze neuronali che si occupa di mappare la struttura e la funzione del sistema nervoso, lo studio ha dimostrato che la musica ha un potere effettivamente benefico e gratificante sul nostro cervello, tanto quanto altri “piaceri”: in pratica, gli effetti della musica sul cervello sono gli stessi di quando si ottengono ricompense gratificanti di altro tipo – come cibo, denaro, alcol. Ma senza alcuna controindicazione!

Un gruppo di volontari è stato sottoposto all’ascolto di alcuni brani di musica pop, mentre il team di studiosi ne ha monitorato l’attività celebrale grazie alla risonanza magnetica funzionale. Prima dell’ascolto, però, i volontari sono stati sottoposti a una stimolazione celebrale non invasiva che ha modificato il funzionamento del loro meccanismo di ricompensa, eccitandolo o inibendolo. Si è visto come, eccitando il circuito della ricompensa, il piacere dei partecipanti durante l’ascolto aumentava, mentre diminuiva nei volontari a cui il funzionamento di tale circuito era stato inibito.

I cambiamenti artificiali nel piacere provocati dalla stimolazione sono connessi a cambiamenti nell’attività all’interno del nucleus accumbens – una regione dell’ipotalamo che svolge un ruolo fondamentale nei meccanismi di gratificazione e ricompensa, nonché di consolidamento e ripetizione di un’azione (ciò che ci spinge a ripetere un’azione perché ci è piaciuta o ne abbiamo tratto benefici). (LEGGI anche Come stimolare le endorfine in modo naturale per stare meglio?)

Ecco spiegato perché, quando ascoltiamo un brano che ci piace – indipendentemente dal genere – proviamo sensazioni piacevoli e siamo spinti a riascoltarlo. O perché determinate canzoni agiscano come delle vere e proprie “medicine” dell’umore.

Fonte: Jneurosci.org

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