Raggiunto l’accordo sulla candidatura del caffè espresso a patrimonio immateriale UNESCO

L'espresso italiano, simbolo del nostro paese, si candida a 'patrimonio immateriale dell'umanità', finalmente con un dossier comune

L’espresso italiano, simbolo del nostro paese, si candida a ‘patrimonio immateriale dell’umanità’. Dopo una lunga e accesa diatriba fra l’associazione nazionale e i campani, al lavoro finalmente per un dossier comune da presentare nei prossimi mesi.

Si chiude la diatriba fra il consorzio di Tutela del Caffè Espresso italiano e la Regione Campania sulla nomenclatura del prodotto da candidare all’UNESCO per il riconoscimento di ‘bene immateriale dell’umanità tra rito, arte, socialità e letteratura’.

Ieri, presso il Ministero per le politiche agricole, si è svolto un incontro fra le due delegazioni – quella trevigiana e quella campana – che avevano inizialmente proposto due nomenclature diverse per la tazzina più famosa d’Italia: da una parte espresso italiano e dall’altra espresso napoletano per il riconoscimento di uno stesso rituale. Il presidente della commissione UNESCO del Ministero, Giuseppe Ambrosio, ha curato la mediazione fra le due parti che ha portato all’elaborazione di un dossier unico che sarà presentato il prossimo marzo per il riconoscimento internazionale.

(Leggi: Caffè Patrimonio Unesco: scoppia la contesa tra Napoli e Trieste)

Per alcuni mesi abbiano iniziato un dialogo con la Regione Campania, che ha promosso la candidatura dell’espresso napoletano – spiega Giorgio Caballini di Sassoferrato, presidente del Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale, favorevole invece alla candidatura del prodotto a livello nazionale. – Questo ci ha permesso di collaborare e di ottenere il risultato che tutti speravamo: presentare una candidatura unica che rappresenterà l’Italia il prossimo marzo. Questa candidatura rappresenta un modo per mostrare che gli italiani sanno lavorare in gruppo per salvaguardare la cultura nazionale, qui espressa nel rituale magico del caffè espresso consumato al bar, che ci identifica nel mondo e che ci rende orgogliosi.

I rappresentanti delle due delegazioni sono già al lavoro per presentare un comune dossier di candidatura nel settembre di quest’anno. Solo pochi giorni fa il rito del caffè consumato al bancone del bar ha potuto riprendere dopo molti mesi di blocco dovuto all’emergenza sanitaria, per questo una candidatura importante come quella a ‘patrimonio immateriale dell’umanità’ assume un significato ancora più profondo e importante, divenendo simbolo anche di libertà, democrazia e spensieratezza in ogni città e paese della nostra splendida Italia.

Fonte: European Food Agency

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