Cesare Pavese, al via la gara alla ristampa: sono scaduti i diritti e ora tutti vogliono ripubblicare le sue opere

Romanzi, saggi, poesie: tutti gli scritti di Cesare Pavese, a 70 anni dalla sua morte, diventano “liberi”.

Romanzi, saggi, poesie: tutti gli scritti di Cesare Pavese, a 70 anni dalla sua morte, diventano “liberi”. Chiunque, dal 2021, potrà pubblicare nuovamente l’intero catalogo.

C’è una ragione perché sono tornato in questo paese, qui e non invece a Canelli, a Barbaresco o in Alba. Qui non ci sono nato, è quasi certo; dove sono nato non lo so; non c’è da queste parti una casa né un pezzo di terra né delle ossa ch’io possa dire ‘Ecco cos’ero prima di nascere’”. Eccolo l’incipit de “La Luna e i falò”, quel ritaglio di un Cesare Pavese che da solo vale l’intero universo letterario italiano.

Quando decise di uccidersi nella camera di un albergo torinese, il 27 agosto del 1950, lasciò scritto sul frontespizio del suo Dialoghi con Leucò: Non fate troppi pettegolezzi”. Ma ora pare che di pettegolezzi ne saranno piene le riviste di settore, dall’esatto momento in cui ci sarà la corsa a pubblicare il catalogo dell’eterno scrittore delle Langhe.

Già, perché secondo la normativa sui diritti patrimoniali, le opere letterarie cessano di essere tutelate al settantesimo anniversario della morte dell’autore. Da oggi in poi, quindi, i romanzi, i saggi e le poesie di Pavese non saranno più soltanto editi da Einaudi, che lo ha pubblicato in esclusiva per decenni, ma a disposizione di tutti. E già c’è una gran corsa.

La storia con Einaudi

La storia di Pavese con Einaudi nasce proprio agli albori della casa editrice, che fu fondata negli anni ’30 a Torino ad opera del giovane Giulio Einaudi e sin dall’inizio puntò tutti gli interessi nell’ambito della letteratura, italiana e internazionale, della filosofia, della storiografia, e si orientandò verso una corrente di pensiero radicale e progressista.

Tra i primi collaboratori ci fu proprio Cesare Pavese e altri giovani intellettuali legati al movimento antifascista Giustizia e Libertà, come Leone Ginzburg, Massimo Mila, Norberto Bobbio, di area piemontese, e i romani Giaime Pintor, Muscetta e Alicata.

Se questo è un uomo

Rimane nella storia della letteratura il duplice scarto di Se questo è un uomo di Primo Levi – scritto tra il dicembre 1945 e il gennaio 1947 – alla Einaudi, la prima nel 1947 proprio per mano di Cesare Pavese, che considerò superato l’argomento, e di Natalia Ginzburg. Levi si rivolse allora alla casa editrice Francesco De Silva che lo stampò nell’autunno del 1947. L’opera non ebbe un successo immediato e quando nel 1956 Einaudi decise di avviarne la ristampa, diventò un best seller. L’opera verrà successivamente tradotta in inglese e in tedesco, poi in numerose altre lingue.

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La corsa alla pubblicazione

Per Pavese sta per prepararsi una vera e propria gara al ristampo. Anzi, è già in atto. Franco Vaccaneo, della Fondazione di Santo Stefano Belbo dedicata allo scrittore, ha già curato la nuova edizione di La luna e i falò per la casa editrice Baima & Ronchetti in uscita a gennaio.

Ma intanto, i cataloghi del 2021 delle grosse case editrici – da Rizzoli a Mondadori, passando per Giunti-Barbera e Newton Compton – contengono già numerosi titoli di Pavese.

Bur-Rizzoli prepara Prima che il gallo canti e La luna e i falò, Feltrinelli Dialoghi con Leucò e Mondadori Paesi tuoi, La luna e i falò e con i Dialoghi con Leucò. Giunti-Barbera sta per mandare in libreria La casa in collina e La luna e i falò. E Newton Compton farà uscire con le prefazioni di Paolo di Paolo le edizioni economiche di La luna e i falò e di La casa in collina, oltre a un volume di Capolavori (più di 800 pagine), comprendente La luna e i falò, La casa in collina, La spiaggia, Dialoghi con Leucò, Il compagno, il trittico di La bella estate, le poesie di Lavorare stanca e di Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

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