Blu cancella i suoi murales per dire no alla street art privatizzata

Sono sparite una dopo l’altra: vent’anni di opere di street art cancellate in paio di notti. Nella rivoluzionaria Bologna, lo street artist Blu, fa sparire tutti i suoi graffiti come forma di protesta nei confronti di chi ha deciso di mettere in una mostra privata la sua arte di strada.

Sono sparite una dopo l’altra: vent’anni di opere di street artcancellate in pochi giorni. Nella rivoluzionaria Bologna, lo street artist Blu, fa sparire tutti i suoi graffiti come forma di protesta nei confronti di chi ha deciso di mettere in una mostra privata la sua arte di strada.

“A bologna non c’è più blu e non ci sarà più finché i magnati magneranno, per ringraziamenti o lamentele sapete a chi rivolgervi”, scrive l’artista sul suo blog.

Nel 2014, l’artista di fama internazionale, aveva cancellato due grandi murales a Berlino ma oggi la scomparsa dei graffiti nel quartiere Bolognina, viene vista come una grave perdita per quei muri periferici (#NelGrigioDipintoDiBlu) tornati grigi con qualche pennellata di vernice e colpi di scalpello.

Una protesta radicale nei confronti di quelli che Blu definisce i magnati, ovvero la Genus Bononiae di Fabio Roversi Monaco, ex rettore dell’Università di Bologna e tutti gli ideatori e organizzatori della mostra “Street Art- Banksy & Co: L’arte allo stato urbano” che partirà il 18 Marzo a Bologna.

Tra le opere, ce ne saranno alcune staccate dai muri della città, con l’obiettivo dichiarato di salvarle dalla demolizione e preservarle dall’ingiuria del tempo, trasformandole in pezzi da museo.

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Peccato però che tra i diretti interessati, ovvero gli artisti, Blu non abbia dato il suo consenso. La scelta dello street artist viene difesa dal collettivo letterario Wu Ming che si scaglia proprio contro Roversi Monaco.

Non stupisce che ci sia l’ex-presidente della più potente Fondazione bancaria cittadina dietro l’ennesima privatizzazione di un pezzo di città. Questa mostra sdogana e imbelletta l’accaparramento dei disegni degli street artist, con grande gioia dei collezionisti senza scrupoli e dei commercianti di opere rubate alle strade.
Non stupisce che sia l’amico del centrodestra e del centrosinistra a pretendere di ricomporre le contraddizioni di una città che da un lato criminalizza i graffiti, processa writer sedicenni, invoca il decoro urbano, mentre dall’altra si autocelebra come culla della street art e pretende di recuperarla per il mercato dell’arte, si legge in un loro articolo.

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Secondo il collettivo, infatti:

dopo aver denunciato e stigmatizzato graffiti e disegni come vandalismo, dopo avere oppresso le culture giovanili che li hanno prodotti, dopo avere sgomberato i luoghi che sono stati laboratorio per quegli artisti, ora i poteri forti della città vogliono diventare i salvatori della street art.

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Per questo motivo Blu con l’aiuto degli occupanti dei due centri sociali lo XM24 e il Crash, ha rimosso i suoi murales. Ma non c’è solo il murales di via Fioravanti, anche l’opera di via Zanardi 106, sede di una vecchia occupazione di Crash, è stata cancellata.

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Blu non è l’unico writer che ha deciso di mettere in campo questa protesta, dopo di lui anche Dem cancella i suoi lavori e scrive su Fb: questo è il nostro modo di no agli strappi e alla speculazioni sui nostri lavori.

Dominella Trunfio

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