“Attenti a quei libri!” Greenpeace, Wwf e Terra! al Salone del Libro di Torino con la classifica “Salvaforeste”

Al Salone del Libro di Torino, il mondo ambientalista denuncia la responsabilità del settore dell’editoria italiana sulla distruzione delle ultime foreste torbiere del Sud Est Asiatico.

Il Salone Internazionale del Libro di Torino apre oggi i battenti. Dal 13 al 17 maggio 2010, cinque giorni dedicati all’editoria nazionale e oltreconfine dal titolo “La memoria, svelata”. Parlando di memoria, il mondo ambientalista denuncia oggi la responsabilità del settore dell’editoria italiana sulla distruzione delle ultime foreste torbiere del Sud Est Asiatico. Un bene prezioso che rischia di rimanere un mero ricordo.

“Attenti a quei libri!” Slogan fatto circolare oggi da Greenpeace, Wwf e Terra! è un monito per ricordare a tutti che l’espansione delle piantagioni industriali per la produzione di polpa di cellulosa, è uno dei primi fenomeni a mettere in serio pericolo le foreste di Sumatra, portando all’estinzione di specie come l’orango, la tigre e il rinoceronte.

Sembra che la multinazionale APP, Asia Pulp & Paper, sia la principale responsabile di questo disastro ambientale di proporzioni catastrofiche. Basti pensare che dall’inizio delle proprie attività, negli anni ’80, la APP è riuscita ad abbattere un milione di ettari di foreste naturali nella sola isola di Sumatra. Un’area chiave per la mitigazione del fenomeno del Climate Change che, da sola, conserva più di due miliardi di tonnellate di carbonio.

Le azioni della multinazionale della cellulosa hanno ricadute pesantissime anche sul contesto nazionale. Dalle parole di Sergio Baffoni, responsabile Campagna Foreste di Terra!, «Le ricerche di Terra! hanno evidenziato un’aggressiva campagna di penetrazione della APP nel mercato italiano. Se la APP continua ad aumentare le vendite, convertirà nuove foreste pluviali in piantagioni per rifornire le sue cartiere in Indonesia e Cina, già a corto di fibre. Siamo certi che quando capiranno gli impatti di questa politica, le imprese italiane rifiuteranno i prodotti della APP”.

Oggi, per scongiurare il pericolo e attivare le coscienze dei lettori, gli oranghi di Greenpeace sono arrivati al Salone di Torino con una classifica che rivela l’attuale situazione dell’editoria italiana. È la classifica “Salvaforeste, una stima che mette in luce come il 75% delle case editrici italiane non conosca l’origine della carta impiegata nella produzione dei propri libri.

«Per realizzare la classifica abbiamo chiesto agli editori italiani se sanno da dove viene l’unica materia prima che usano: la carta – spiega Chiara Campione, responsabile della Campagna Foreste di Greenpeace. – La maggior parte ha risposto di non saperlo, altri riescono a ricostruire a ritroso la propria filiera al massimo fino allo stampatore. Qualcuno ci ha addirittura scritto “e io che ne posso sapere?”».

Il rapporto rivela che soltanto il 18 % delle case editrici interpellate ha scelto di acquistare per tutte le pubblicazioni carta sostenibile aderendo al progetto di Greenpeace “Editori amici delle foreste”. Tra questi: Bompiani, Fandango, Hacca e Gaffi. Un esiguo 6% stampa i propri libri solo su carta FSC proveniente da foreste certificate secondo standard affidabili: tra essi Marsilio e Fanucci.

Percentuali ancora molto basse, che chiedono un decisivo cambio di rotta. «Non è accettabile che la maggior parte degli editori italiani non sia in grado di garantirci che i libri che acquistiamo non provengono dalla distruzione di una foresta pluviale – spiega Chiara Campione – Se queste aziende non metteranno in atto delle politiche di acquisto atte a escludere la carta proveniente dalla deforestazione nei propri libri, si renderanno corresponsabili di un disastro ambientale».

Bisogna agire concretamente e subito, per salvare un patrimonio prezioso come le foreste del Sud Est Asiatico. Wwf Italia chiede, insieme a Greenpeace e Terra! più fatti e meno chiacchiere. “Il nostro mondo produttivo ora ha gli elementi e le informazioni per agire, faccia scelte responsabili acquistando solo prodotti certificati di chiara origine, evitando di fare profitti ai danni del nostro pianeta, partecipando per i loro interessi alla devastazione di quegli ambienti unici che una volta persi lo sono per sempre.”

Una scelta diversa e consapevole da premiare al Salone di Torino e negli acquisti di tutti i giorni.

Serena Bianchi

Scarica la classifica Salvaforeste

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