La Morte Nera riprodotta alla perfezione in una vecchia pallina da ping pong

Avete mai pensato a delle possibili alternative per riutilizzare creativamente le palline da ping-pong con cui almeno una volta tutti noi abbiamo giocato da bambini? Un artista giapponese, probabilmente molto appassionato di film di fantascienza o vittima di una regressione all’infanzia, ha pensato di utilizzare niente di più che una semplice pallina da ping-pong per riprodurre alla perfezione la “Morte Nera”.

Avete mai pensato a delle possibili alternative per riutilizzare creativamente le palline da ping-pong con cui almeno una volta tutti noi abbiamo giocato da bambini? Un artista giapponese, probabilmente molto appassionato di film di fantascienza o vittima di una regressione all’infanzia, ha pensato di utilizzare niente di più che una semplice pallina da ping-pong per riprodurre alla perfezione la “Morte Nera”.

La “Morte Nera”, “Death Star”, nella versione originale nella saga di “Guerre stellari”, è una stazione spaziale da combattimento, dotata di una vera e propria arma di distruzione di massa, un cannone laser in grado di annientare istantaneamente un pianeta delle dimensioni della Terra. La sua forma sferica ed il suo colore ricordano in maniera inequivocabile la luna, a cui probabilmente gli ideatori della pellicola si sono ispirati.

E cosa ci può essere di più simile alla luna, nonché facilmente reperibile e adattabile a diverse trasformazioni, se non una semplice e comune pallina da ping-pong? Il lavoro per la realizzazione della stazione spaziale a partire da un oggetto così piccolo deve essere stato lungo e meticoloso, almeno da quanto emerge dalle immagini postate dall’artista sulla sua pagina web.

Attraverso di esse si può comprendere la sequenza di lavorazione della pallina da ping-pong al fine di trasformarla in una navicella spaziale, la cui grandezza appare decisamente inferiore a quella della confezione di sigarette alla quale essa viene accostata da parte del suo creatore in una delle immagini pubblicate online.

L’artista giapponese, che si nasconde dietro il nickname di tatumaru5963, ha effettuato un preciso e minuzioso lavoro di intaglio e di cesello per riprodurre la struttura della “Death Star”, in modo da renderla il più possibile simile alla sua versione cinematografica. Egli ha infine intagliato un supporto in plastica in modo da potervi inserire la minuscola stazione spaziale, creando un piccolo piedistallo per la propria opera d’arte e perseveranza.

death star 2

death star 3

Marta Albè

Fonte foto: fg-site.net

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