Da bosco della droga a Bosco della musica: il riscatto di Rogoredo

La palazzina “Ex chimici” del degradato bosco di Rogoredo potrebbe diventare presto la seconda sede del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.

Da zona degradata a Bosco della musica. Il boschetto di Rogoredo, a Milano, tristemente famoso per essere zona di spaccio e prostituzione, potrebbe presto risollevarsi a nuova vita grazie al potere della musica, diventando un campus per gli studenti del Conservatorio.

Proprio qui, infatti, nella periferia sud del capoluogo lombardo e nel cuore della più grande piazza di spaccio del nord Italia, sorge la palazzina “Ex chimici”, tutto ciò che resta delle acciaierie Redaelli. È un curioso edificio all’angolo tra via Monte Penice e via Pizzolpasso che salta agli occhi per la sua forma circolare. E allora perché non farne un auditorium?

Ecco cosa ha in mente Raffaello Vignali, neo presidente del Conservatorio Giuseppe Verdi, che proprio qui, nell’area verde di Rogoredo, vorrebbe far sorgere un Campus, un po’ come è accaduto alla Villette di Parigi, dove la musica ha trasformato un sobborgo abbandonato in luogo di attrazione per tutta la città.

Nei giorni scorsi gli alpini hanno dato una mano per ripulirlo e l’evento Piano City appena concluso ha riacceso i riflettori portando nel bosco, domenica scorsa, un concerto con il pianista Emanuele Misuraca.

“E proprio lì vorremmo far nascere il nostro ‘Conservatorio 2′ con aule, laboratori, un auditorium, una residenza per gli studenti, la mensa, il bar… Tutto quel che serve per chi fa musica, ma non solo. Perché il Campus dovrà essere aperto al quartiere, ospitare eventi, accogliere anche i cittadini che volessero venire a suonare, pur se non iscritti ai nostri corsi”, racconta Vignali.

Insomma, una seconda sede del Conservatorio milanese che potrà riscattare una zona malfamata grazie alla cultura e ai giovani e che potrà avere anche una importante impronta green. Nel progetto delle nuove costruzioni, infatti, si pensa di usare il legno degli alberi falciati dal maltempo nella Val di Fiemme:

“I famosi abeti ‘di risonanza’, così preziosi per gli strumenti musicali, quelli ad arco, ma anche per le tavole dei pianoforti. Il sogno è che due negatività, il Bosco caduto e il Bosco della droga, nasca il riscatto del Bosco della musica”, conclude Raffaello Vignali.

Cuore del progetto è la palazzina che un tempo ospitava i laboratori chimici e che, fino ai primi anni 2000, è stata sede degli uffici di alcune cooperative e della società Città 2000. Da circa 13 anni la palazzina è completamente abbandonata e ora ci rimane un po’ di amaro in bocca, perché quello stesso edificio è stato già al centro di numerosi progetti di riqualificazione, tutti falliti nel corso degli anni.

Da biblioteca a poliambulatorio a luogo di aggregazione della parrocchia ad agorà: si sono pensate davvero tutte col risultato che è già davvero un mucchio di tempo che qui i cittadini fanno sentire la loro voce per far riconvertire una volta per tutte una zona degradata.

L’istanza al Comune per creare il Conservatorio 2 è già stata presentata, il progetto è in fase di elaborazione con il Politecnico. Speriamo che questa sia la volta buona e che non vedremo più siringhe ma note musicali!

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Germana Carillo

Foto cover

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