Orticolario 2018: le installazioni artistiche più belle

Vediamo insieme le più belle installazioni dell'edizione, appena conclusasi, di Orticolario 2018

Si è appena conclusa la decima edizione di Orticolario, la mostra di giardinaggio evoluto, svoltasi a Villa Erba, sulle rive del Lago di Como dal 5 al 7 ottobre.

Un grande carillon rosso, da cui esce una melodia da mondo delle fiabe, apre la mostra, e già dai cancelli riesce a far immergere il visitatore nel tema scelto per quest’edizione: il gioco, e all’invito di “Lasciatevi giocare” si accede ai giardini di Villa Erba…

Molti i giardini e le installazioni artistiche allestite nel parco, ispirati al tema dell’anno e selezionati tramite il concorso internazionale “Spazi Creativi”; degli spazi originali e innovativi, vivibili e fruibili, dove potersi anche divertire arricchendosi di esperienze nuove e per vivere in modo differente, anche solo per un giorno, il rapporto con la natura e con gli altri.

Vediamo insieme le installazioni artistiche più belle di Orticolario 2018:

“SpLaYce ship”

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Progettato e realizzato da Mirco Colzani, lo spazio “spLaYce ship” vede stagliarsi un mare di graminacee ornamentali e piante perenni che circonda un sinuoso “tunnel vivente” dal quale emerge una cupola di rami intrecciati e in cui si entra attraverso due labirinti circolari. Lungo i confini dell’opera, dei telefoni senza fili di colori diversi che permettono di parlarsi da un punto all’altro dell’installazione.

“Good Vibrations”

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Quest’installazione progettata da Stefania Pluchino in collaborazione con Marcello Corrà, riesce a creare un’interazione fra spazio, strumenti e visitatore, che qui immergendosi fluidamente in un percorso fatto di graminacee e erbacee perenni autunnali può fermarsi a giocare con misteriosi tamburi da cui escono “good vibrations”. La maestria dello scultore Marcello Corrà veste di leggerezza il ferro che si integra con la vaporosità della natura circostante.

“Meet me halfway”

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Progettata da Andrea Camassa, quest’installazione ricalca metaforicamente una spirale della vita, con le sue contraddizioni, i suoi alti e bassi, le sue oscillazioni, i suoi profumi, i suoi misteri, ma in sintesi la sua bellezza.
L’opera è costituita da cornici di dimensioni diverse che si stagliano in due cammini verticali, cinque cornici da una parte, realizzate in legno riciclato e cinque cornici dall’altra, installate dalla più bassa alla più alta, a rappresentare il cammino della vita con i propri ostacoli.

Al centro i due percorsi si incontrano, laddove è posizionata un’altalena a due posti, che metaforicamente rappresenta il fine della vita: la felicità, una felicità, nella loro interpretazione, raggiungibile solamente in due.

“Chi semina gioco raccoglie un animo fiorente e rigoglioso”

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Un percorso “salvifico” quello di Furio Ferri, nel quale andare oltre l’affascinante ragnatela della realtà virtuale ed effimera, per lasciarci condurre dall’istinto più naturale e spontaneo nell’essere umano: giocare un gioco libero, gratuito, inclusivo e sensoriale. Un percorso ludico in cui perdersi, per mettere alla prova i nostri cinque sensi e per regalare esperienze dirette e reali sui giochi della tradizione popolare scolpiti nella pietra: la campana, la pista delle biglie, le bolle di sapone soffiate da una scultura a forma di cellulare Nokia, e tutt’intorno, sulla siepe che circonda il giardino, delle barchette di carta colorata e un invito a navigare senza internet.

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“La Topitta”

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Leonardo Magatti ha realizzato una casa delle favole proprio come l’abbiamo immaginata per anni nei nostri sogni di bambini “La Topitta”, costruita in un mese con assi di recupero e immersa in un giardino intuitivo composto da verbene, salvie, achillee, gaure, Aster, veroniche, anemoni, echinacee, Cleome e sementi di prato fiorito naturale, dalle tinte pastello miste. Un tuffo nella memoria spensierata dell’infanzia, quest’installazione è pura fantasia, un piccolo mondo creato da un bambino, un’installazione pittoresca per realizzare il giardino delle fiabe immerso in una coltre di nebbia naturale che contribuisce a creare un’atmosfera magica ed incantata.

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Fotografia di Luciano Movio

“Il gioco è il tempo”

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Immaginate un immenso prato pieno di quei legnetti colorati con cui eravate soliti giocare da piccoli per creare ponti impossibili e fantastici castelli, il cui fine ultimo è l’invito ad abbandonarsi al gioco per ritrovare spirito e attimi; ecco ” “Il gioco è il tempo” di MetalliFilatiè stato creato per ricostruire parti di noi e condividere parti di altri.

“Castelli di salvia”

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Un locus amoenus progettato e realizzato da Ciribì, al cui interno una figura fiabesca realizzata con una rete metallica soffia delle bolle di sapone (sfere in policarbonato) sospingendole verso il cielo per poi adagiarle su un tappeto di foglie. Alcune bolle racchiudono una grande foglia di salvia realizzata con l’intreccio di tessuti, e altre come in un incantesimo si trasformano in una pianta viva.
Un habitat sospeso tra terra e cielo, un luogo dove il potere salvifico della salvia, declinata in diverse interpretazioni materiche, si incarica di alleviare e alleggerire lo spirito liberandolo tra profumi e melodie sonore.

“Sogno di una notte d’inizio autunno”

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“Sei davanti al portale “Binario 9 ¾ di Harry Potter” Sarà questo l’ingresso giusto per entrare nel labirinto? Forse… l’unico modo per scoprirlo è attraversarlo il portale.

Una stanza quadrata dalle pareti verdi, quattro portali e un labirinto all’interno… Un giardino onirico, progettato da Carla Testori, racchiuso da assi di legno riciclato e 4 entrate ognuna a richiamo di film ben noti:

  1. L’armadio delle Cronache di Narnia
  2. Il Binario 9 e ¾ di Harry Potter
  3. Il buco del Bianconiglio
  4. Il Cancello de Il giardino segreto

All’interno uno spazio atopico, una dimensione più esperenziale che reale, un labirinto di piante, fiori e specchi. Un’atmosfera bucolica con una grande distesa di salvie che disegna il labirinto della cattedrale di Chartres, simbolo del percorso dell’uomo nel ricongiungimento al divino. Ma in quest’atmosfera onirica, al centro del labirinto una tavola apparecchiata: chiaro riferimento e ritorno alla quotidianità, perché non è forse nella vita reale che accadono le più sorprendenti magie?

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Fotografia di Luciano Movio

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Fotografia di Luciano Movio

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“Il giardino da sballo”

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Dall’aspetto bizzarro e il nome provocatorio il “Giardino da sballo”, progettato da Carla Testori, è un invito alla riflessione sull’utilizzo della Cannabis. In compagnia della canapa, l’amazzonica Acmella promette di essere elisir di giovinezza, possiede proprietà analgesiche e ha un gusto unico, tra il fresco e il piccante, che frizza in bocca!

“Ommm”

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Di Stefano Ogliari Badessi, un gigantesco gonfiabile al centro di una piazza d’erba a forma di testa di Buddha, un’opera d’arte in cui poter entrare e quindi averla sopra la testa, sotto i piedi, ed esserne completamente circondati. Un’opera che rende omaggio alla setosità del territorio lariano e che invita ad abbandonarsi alle emozioni. Riflessione, meditazione, poche parole, affinché la mente possa viaggiare lontano, per una consapevolezza senza pensieri.

“Bosco Pop”

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Un’installazione di Nicola Falappi ampia e immersiva nella quale ciuffi di salvia e giocattoli spuntano come in un orto ludico, sono circondati da una foresta di bambù, affiancati dalla seta firma Montero e attorniati da gigantesche foglie psichedeliche e rigogliose.

E quindi cos’è Orticolario? Orticolario è gioco e sorpresa. È incanto, ironia, mistero e stupore racchiusi in un dedalo di colori, una mostra per i bambini, una mostra per gli adulti, una mostra per immergersi in un’atmosfera permeata dalla fantasia e dal sogno, tra stand di fiori e piante, giochi di legno giganti, prati verdi colorati e l’emozione pura delle bolle di sapone.

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Silvia Romano

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