Le 10 linee guida dell’Eco-design

Le 10 regole da seguire per fare del design un'arte sostenibile.

Quando si parla di design, è difficile trovare una definizione univoca, una matrice comune capace di racchiudere l’essenza di questo concetto. La capacità di bilanciare arte e utilità? Forse. La massima espressione di passato e futuro di un prodotto? Anche. Semplicemente qualcosa di bello? Difficile a dirsi. Quello che è certo è che, se davanti alla parola design mettiamo un prefisso che a noi di greenMe.it piace tanto, la parola cambia e diventa Eco-design, la definizione inizia ad essere più chiara e soprattutto ne esce un bel decalogo delle 10 linee guida. Le 10 regole da seguire per fare del design un’arte sostenibile.

Ogni prodotto ha un impatto sull’ambiente e, per creare prodotti veramente sostenibili, è indispensabile valutare la soluzione ambientale più indicata. Per una scelta a impatto zero o quasi iniziate prendendo in esame il ciclo di vita del prodotto, adottate un approccio sistematico di analisi integrata di sistema. Ogni componente ha una funzione precisa e un ciclo di vita da studiare. Per poter fare bene il proprio lavoro, anche i designer hanno bisogno di strumenti semplici e facilmente applicabili. Le 10 linee guida servono proprio a questo.

1.      Concepire un prodotto significa concepirne il ciclo di vita.

Invece di disegnare prodotti “green” cercate di orientarvi su cicli di vita sostenibili. Quanta energia usa un prodotto nel corso del suo ciclo di vita, dalla culla alla tomba? O meglio ancora, dalla culla alla culla! Quanta energia impieghiamo per estrarre o recuperare quel materiale? La sua manutenzione richiede vernici particolari? Trattamenti ad alto impatto?

Mai perdere di vista il tipo di materiale, l’energia consumata e la tossicità.

2.      I materiali naturali non sono sempre la soluzione migliore.

È comune pensare che i materiali naturali siano più adatti di quelli artificiali. È sempre vero? Sembra proprio di no. Prendiamo questo esempio. La produzione di 1 kg di legname genera meno emissioni della produzione di 1 kg di plastica. Ma avete pensato alla vernice utilizzata per conservare il legno? All’energia usata per asciugarlo? Alcuni prodotti richiedono legname in quantità 10 volte superiore alla plastica. La plastica può essere spesso riciclata, il legno no. Se pensiamo al peso specifico dei due materiali, possiamo veramente confrontare un chilo di legname con un chilo di plastica?  Questo non significa che il legno non vada bene, anzi, ma le valutazioni da fare prima di prendere una decisione definitiva sono veramente tante.

3.      Il consumo energetico viene spesso sottostimato.

Molti designer focalizzano la loro attenzione sulla selezione dei materiali. Questo non è sempre corretto. Produrre e utilizzare un prodotto richiede energia, che ha un impatto sull’ambiente.

Questo semplice esempio potrà essere d’aiuto:

10 KWh di elettricità hanno bisogno di 2 Kg di petrolio. Produrre 1 Kg di plastica necessita da 1.5 a 2.5 Kg di petrolio. Una macchina del caffè usa 300 KWh di elettricità nella sua vita, l’equivalente di 60 Kg di petrolio. Un bel consumo. Mentre per produrre la macchina del caffè  viene usato meno di 1 Kg di plastica. Fa pensare.

4.      Aumentare la durata di vita del prodotto.

Potete influenzare l’aspettativa di vita del prodotto in diversi modi. Renderlo più durevole da un punto di vista tecnico, o modernizzarlo facendo in modo che possa essere aggiornato senza doverlo sostituire. Ancora più importante, disegnare il prodotto in modo che le persone si affezionino. Molti oggetti non vengono buttati via perché sono rotti, ma perché i proprietari sono stanchi di loro.

5.      Non disegnate prodotti, bensì servizi.

Le persone non sempre cercano un prodotto. Spesso vogliono una soluzione a uno specifico problema. Un servizio più che un prodotto può essere la giusta soluzione. Per esempio un sistema di car sharing è una soluzione per tutte le persone che hanno bisogno dell’auto occasionalmente.

6.      Ridurre al minimo i materiali.

Usare meno materiali potrebbe sembrare ovvio, ma è più complicato di quanto si creda. Spesso si può ridurre la quantità di materiale riducendo le dimensioni, la resistenza e innovando le tecniche produttive. Se si può risparmiare nel peso, può essere un vantaggio usare materiali che hanno un alto carico ambientale per chilo. Questo aspetto è particolarmente vero nei trasporti, dove meno peso significa meno benzina consumata.

7.      Usare materiali riciclati.

Non fate solo in modo che il prodotto sia riciclabile, ma usate materiale riciclato per crearlo.  Se il prodotto sarà solo riciclabile, non ci sarà domanda di materiale riciclato in futuro. Se creiamo una domanda di materiale riciclato, l’offerta crescerà sicuramente.

8.      Rendere un prodotto riciclabile.

Molti prodotti possono essere riciclati, ma solo pochi vengono realmente recuperati e sono quelli che possono essere smontati con facilità.  Ottimizzare il design, significa anche aumentare le chance che il prodotto venga riciclato. Ad esempio, se volete riciclare la plastica non utilizzate adesivi di carta, non mettete insieme plastiche diverse fra loro, perché hanno diverse caratteristiche di recupero termico.

Se volete riciclare le stoffe, pensateci due volte. È meglio bruciarle rimettendo in uso l’energia.

9.      Ponetevi domande apparentemente banali o assurde.

Molto spesso le decisioni si basano su pratiche comuni: abbiamo sempre fatto questo in questo modo e ha sempre funzionato bene. Perché non continuare così? Ma se vi porrete delle ovvie ma poco frequenti domande sul riciclo e il riuso, potrete apportare miglioramenti giganteschi nella performance ambientale del vostro prodotto.

Per capire meglio: perché progettare una confezione per mantenere freschi gli alimenti per 18 mesi quando i prodotti vengono consumati entro 3 mesi? Porsi la domanda significa modificare radicalmente le tecniche di imballaggio e quindi l’impiego dei materiali per il packaging.

10.   Diventare un membro O2.

I veri cambiamenti si producono con la fantasia e l’immaginazione. Un gruppo di designer sta progettando proprio questo unendosi nell’O2: un network internazionale di design sostenibile. Condividono idee, scoprono strumenti e si divertono assieme. Fare comunità può aiutare l’ambiente e dare vita a nuove forme di design.

Serena Bianchi

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