Pellegrinaggi green: anche il turismo religioso diventa ..”sostenibile”

I pellegrinaggi religiosi, che spostano ogni anno un grosso numero di persone, sono sempre più all'insegna del green. E ad Assisi si celebrano i 25 anni dei azioni dlele fedi per l'ambiente

Il turismo green prende sempre più campo e anche nel settore dei pellegrinaggi religiosi il vento sta cambiando. Lo dimostra il “Green Pilgrimage Network”, la prima rete globale per rendere i pellegrinaggi più sostenibili che dal 31 ottobre al 2 novembre ad Assisi, meta religiosa per eccellenza, presenterà l’iniziativa “Terra Sacra”, alla presenza del Principe Filippo, Duca di Edimburgo e dei rappresentanti di tutte le religioni.

Turismo pulito, non poteva che tenerne conto chi è religioso. Si sa infatti che anche se in modo diverso, tutti i credi riservano uno spazio importante alla natura e all’ambiente. Turismo sostenibile tra i pellegrinaggi religiosi, una fetta non da poco se si considera che questi ultimi sono i più grandi eventi di viaggio al mondo. Basti pensare che ogni anno sono circa 100 milioni i fedeli che si recano nei luoghi di culto delle proprie religioni, sia per poche ore, sia per giorni interi o anche per settimane, secondo quanto hanno illustrato i dati presentati dall’ARC, l’Alleanza delle Religioni e della Conservazione.

Ciò significa che si va più in pellegrinaggio che in vacanza. Cifre vertiginose: un esempio è fornito dal più grande raduno umano nella storia, risalente al 200, il Maha Kumbh Mela, il festival che si svolge ogni 144 anni in Prayag, in India, che ha attirato oltre 60 milioni di pellegrini indù in una volta sola.

Tanti tanti anche quelli che ogni anno si recano alla Mecca, oltre 2 milioni di musulmani. In crescita anche gli spostamenti di fedeli in Europa.

Considerando le masse che si spostano in tutto il mondo, avete mai riflettuto sull’impatto ambientale nei luoghi sacri ad esse collegato? Oltre alle emissioni di carbonio causate dai movimenti di massa, il crescente numero di pellegrini nel mondo provoca un’enorme pressione sulle risorse naturali come come cibo ed energia, e pone notevoli problemi fra cui la gestione delle acque reflue, lo smaltimento dei rifiuti e la creazione di infrastrutture per la visita e l’alloggio.

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Si prega, ci si sciacqua lo spirito o l’anima, che dir si voglia, ma si inquina. E non sono le nostre malefatte a danneggiare l’ambiente, ma i rifiuti che si producono quando un numero così grande di persone si sposta, mettendo a rischio la bellezza dei luoghi visitati e la biodiversità.

Realizzato in collaborazione con il WWF, Terra Sacra si propone di fare il punto sui primi 25 anni di azione delle fedi per l’ambiente, un movimento nato nel 1986 ad Assisi, in occasione del 25° anniversario del WWF, quando il Principe Filippo di Edimburgo invitò i leader di ogni fede a riflettere sul ruolo delle religioni per la tutela dell’ambiente. E proprio nel lontano 1986 i leader delle cinque maggiori religioni del mondo (Buddismo, Cristianesimo, Induismo, Islam ed Ebraismo) diffusero per la prima volta dichiarazioni sull’ambiente e furono lanciati centinaia di progetti di conservazione in tutto il mondo.

Nei due giorni di conferenza, 90 delegati provenienti da tutto il mondo in rappresentanza delle diverse religioni presenteranno il Green Pilgrimage Network. Martin Palmer, segretario generale ARC ha detto: “I siti sacri sono fragili e ora sono a rischio a causa del nostro desiderio di essere in un posto speciale, dove possiamo essere toccati da qualcosa di più grande del nostro mondo ordinario. Tuttavia rischiano di essere in pericolo proprio quei luoghi da cui ci auguriamo di alzare gli occhi verso il cielo.

Si pregherà, più a cuor leggero, sapendo che i pensieri che rivolgiamo verso il cielo nei luoghi di culto non cadranno sulla Terra sotto forma di inquinamento.

Francesca Mancuso

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